Quanto ha speso l'Italia in armi nel 2022 anche grazie alla guerra in Ucraina: le cifre ufficiali
Giorgia Meloni ha comunicato al Senato l'intenzione di voler rispettare gli impegni presi in sede Nato e aumentare la spesa militare al 2% del Pil
Diminuisce la spesa militare italiana. Nel 2022, infatti, è stata pari all’1,51% del Pil, in calo dello 0,55% rispetto all’1,57% del 2021. A stabilirlo è il rapporto annuale della Nato.
Cosa dice il rapporto Nato
Il rapporto redatto dall’Alleanza atlantica, riferisce l’agenzia Ansa, attualmente formata da 30 Paesi, evidenzia come nel 2014 la percentuale della spesa italiana in difesa fosse dell’1,14% rispetto al Pil.
Sempre l’Ansa riporta come prosegua il trend del calo della spesa italiana per il personale rispetto al totale del comparto della difesa, che nel 2022 ammonta al 62% del totale.
Il dato comprende le spese per il personale civile e militare, comprese le pensioni. L’Italia nel 2022 ha invece speso il 22,69% del budget in equipaggiamento (in calo rispetto al 23,22% dello scorso anno ma in vertiginosa ascesa rispetto al 10,92% del 2014) e il 2,19% in infrastrutture.
L’annuncio di Meloni
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante le comunicazioni fatte al Senato nella giornata di martedì 21 marzo in vista del Consiglio europeo, ha sottolineato il fatto che il governo italiano “invia armi all’Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d’Europa e da casa nostra. Raccontare agli italiani che se non fornissimo armi all’Ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o ridurre le tasse è una menzogna che intendo chiamare con il suo nome“.
Meloni ha poi annunciato che l’Italia rispetterà gli impegni presi con la Nato, aumentando la spesa militare fino al 2% del Pil. “Questo governo è abituato a difendere l’interesse nazionale: non abbiamo mai fatto mistero di voler aumentare i gli stanziamenti in spese militari, come hanno fatto i governi precedenti, magari di soppiatto, senza metterci la faccia” ha osservato.
“Noi la faccia ce la mettiamo convinti che rispettare gli impegni sia vitale per tutelare la credibilità e la sovranità nazionale”, ha detto”.
Le parole di Mulé
“L’Italia attualmente impegna l’1,4 % circa del proprio prodotto interno lordo in spese militari, un dato lontano da quel 2% che è stato concordato in sede Nato” ha affermato Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, intervenendo a Coffee Break su La7.
Il deputato ha inoltre sottolineato che “attualmente l’Italia non sta spendendo nulla per l’acquisto di armamenti perché tutte quelle che sono state inviate in Ucraina provengono dai magazzini e il Parlamento non ha autorizzato alcuna spesa per rimpinguare le nostre scorte”.
È chiaro ha poi aggiunto, “che in un prossimo futuro dovremo spendere soldi per gli armamenti, perché altrimenti verrà meno la deterrenza che l’Italia deve esercitare in aree limitrofe per noi fondamentali come l’Africa al fine di garantirne lo sviluppo”.