Putin e Russia, le sanzioni occidentali stanno davvero avendo effetto? Cosa sta realmente accadendo
Quale effetto stanno avendo sull'economia russa le sanzioni inflitte dall'Occidente? Il punto
Le sanzioni imposte dall’Occidente contro la Russia e Putin stanno funzionando oppure no? Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, quasi tre mesi fa, capi di stato, ministri e vertici Ue e americani hanno inflitto una serie di misure economiche al Cremlino nella speranza di indebolirlo e farlo desistere in quella che Mosca chiama “Operazione speciale militare”. Ora si iniziano ad intravedere alcuni risultati.
- Russia sanzionata: il punto sull’efficacia delle misure prese contro il Cremlino
- Sanzioni a Putin, le contraddizioni dell’Occidente
- Germania e Italia, come funziona l’import/export con la Russia
Russia sanzionata: il punto sull’efficacia delle misure prese contro il Cremlino
Federico Fubini, sul Corriere della Sera, ha rilevato che il crac economico di Mosca, oggi, è tre volte più profondo di quello del 2020, anno in cui ha iniziato a galoppare la pandemia scatenata dal coronavirus.
Sono vari i settori in cui il paese governato da Putin starebbe facendo parecchia fatica. Ad esempio, in aprile, le immatricolazioni di auto sono state del 78,5% al di sotto dei livelli dell’anno precedente, anche perché le aziende che producono mezzi si sono ritrovate sprovviste di componenti occidentali. Fubini ha affermato che praticamente non esiste quasi più un mercato delle auto nuove.
Altri analisti hanno assicurato che un altro settore che ha subito un forte contraccolpo è quello della produzione di armi. La brusca frenata dipenderebbe dalla scarsità di semiconduttori, merce che la Russia fatica a importare.
Sanzioni a Putin, le contraddizioni dell’Occidente
Tutto sta quindi filando liscio? Non proprio, perché guardando alle statistiche dei Paesi occidentali relative ai primi dati sugli scambi, effettuati a marzo, si nota un atteggiamento per certi versi contraddittorio da parte di alcuni paesi che stanno muovendo battaglia finanziaria allo “Zar”.
Colpisce ad esempio il fatto che c’è stato un boom di pagamenti europei alla Russia e un surplus commerciale record della sua economia su potenze industriali come Germania o Italia. Da che cosa dipende ciò? Dalle conseguenze che la guerra sta avendo sui prezzi delle materie prime.
L’Italia, nel mese di marzo, ha visto il suo fatturato in Russia crollare del 51%, anche se i settori coperti dalle misure di Bruxelles rappresentano meno di un decimo dell’export. Ma se i settori colpiti dalle sanzioni non sono molti, perché c’è una percentuale così alta?
Germania e Italia, come funziona l’import/export con la Russia
La questione, a grandi linee, risulta piuttosto semplice da spiegare. La guerra sta mettendo fuori uso le classiche vie del commercio, ad esempio ci sono diversi blocchi logistici che rendono l’import-export assai più difficoltoso rispetto a quando non infuriava il conflitto.
Numeri alla mano, la Germania ha perso il 59% dell’export. Non tutto, però, è da buttare: a marzo i tedeschi hanno importato il 28% in meno di greggio e gas russi; dall’altro lato sono aumentate del 25% le tonnellate importate dalla Russia di prodotti raffinati dal petrolio o di cokeria, avela dire del carbone.
Sempre considerando il mese di marzo, l’import di cerali con la Russia è raddoppiato. Il trend è in crescita con un aumento dei pagamenti tedeschi alla Russia del 78%.
L’Italia ha persino incrementato, rispetto alla Germania, i pagamenti alla Russia. A marzo, tale incremento è stato del 152% rispetto a un anno fa; tre miliardi in un solo mese, persino più dei 2,5 miliardi della Germania.
Attualmente la Russia fattura in Italia quasi dieci volte tanto quel che l’Italia fattura in Russia. Trattasi si un’asimmetria mai verificatasi prima.
Secondo gli analisti bisognerebbe aggiustare un poco il tiro sulle sanzioni, introducendone di nuove e mettendo perfettamente in ordine in di cui è incappato l’Occidente.