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Proteste nel carcere di Genova Marassi: i detenuti manifestano contro l'aumento dei prezzi della spesa

La protesta delle pentole dei detenuti del penitenziario di Genova Marassi sarebbe stata scatenata dai ritardi sulle forniture di generi alimentari

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

I detenuti della Casa circondariale di Genova Marassi hanno messo in atto “una rumorosissima protesta“, contro i rincari sulla spesa, sbattendo per circa un’ora stoviglie e pentolame alle grate e alle porte delle celle. Come riferito dal segretario regionale della Uil Pa penitenziari, Fabio Pagani, la contestazione sull’aumento dei prezzi  del “sopravvitto”, cioè gli alimenti e i prodotti che acquistano internamente al carcere, è andata in scena nella serata di lunedì 21 agosto: “La situazione è stata tenuta sotto controllo dal personale di polizia penitenziaria, trattenuto in servizio per fronteggiare eventuali disordini”.

La protesta

Oltre al caro-vita che si fa sentire anche tra le celle, la protesta sarebbe stata scatenata per il ritardo nella consegna di generi alimentari dai detenuti, acquistata da parte della ditta appaltatrice.

“Se tali informazioni dovessero essere confermate – ha commentato Fabio Pagani – chiediamo immediato intervento dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria in quanto sia la direzione che il comando dell’Istituto sapevano di tale, grave problematica e non possiamo permetterci  disordini per problematiche non risolte, per un Istituto con una capienza regolamentare ottimale di 456 detenuti, con presenti circa 700 detenuti“.

L’entrata della Casa circondariale di Genova Marassi

L’appello del sindacato di polizia penitenziaria

Secondo il segretario Uil della polizia penitenziaria, queste circostanze non fanno che aggravare una situazione già di emergenza per il sovraffollamento del penitenziario genovese e in altri carceri italiani, come quello di Avellino dove lo scorso maggio gli agenti hanno dovuto fermare la rivolta di 20 detenuti.

“Occorre tenere i riflettori sempre accesi su Marassi – ha aggiunto Fabio Pagani – Lo ripetiamo per l’ennesima volta, per le carceri è assolutamente necessaria una task force che si occupi delle diverse emergenze, prime fra tutte la ‘densità detentiva’, gli organici della polizia penitenziaria e degli altri operatori e i modelli organizzativi. Lo abbia bene a mente il Ministro Nordio, ma anche il presidente Meloni , perché i penitenziari potrebbero essere il vero banco di prova del Governo”.

Il tentativo di incendio

La protesta arriva a distanza di pochi giorni dal tentativo di incendio commesso da due detenuti all’interno delle proprie celle.

“Solamente grazie al tempestivo intervento dei poliziotti si è evitato il peggio” ha comunicato il sindacato Sappe, che tramite il proprio segretario regionale, Vincenzo Tristaino, ha sottolineato che “non passa giorno che non si verificano aggressioni, incendi ed altri gravi eventi critici nei confronti della polizia penitenziaria che presta servizio nelle carceri per adulti e minori della Nazione e di quello che opera nelle carceri della Liguria in particolare”.

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