Protesta: sindaco a Roma a piedi per restituire a Conte 600 euro
Da ristoratore nel pese in cui è sindaco e con la "scusa" di consegnare una birra a Roma
“Quel sussidio è unʼelemosina”. Con questo chiodo fisso Gianluca Bacchetta, sindaco di Divignano in provincia di Novara, ha deciso di percorrere la bellezza di 645 chilometri a piedi dal suo paese per recarsi a Roma e restituire al presidente del Consiglio Conte il bonus da 600 euro previsto dalle misure per l’emergenza coronavirus.
Una protesta a tutti gli effetti quella del primo cittadino Gianluca Bacchetta, di Divignano paesino piemontese in provincia di Novara che oltre ad essere sindaco nel novarese è titolare di un pub ristorante: “Quel bonus è un’elemosina, ho 6 dipendenti fissi e 4 a chiamata che non hanno avuto un euro di cassa integrazione a due mesi dal lockdown“.
Il primo maggio Bacchetta, con tanto di fascia tricolore indossata e bandiera dell’Italia, armato di tanta buona volontà, è partito dal suo paese nel novarese per recarsi a Roma. Ed in barba alle limitazioni sugli spostamenti tra regioni si è munito di regolare autocertificazione “sfruttando” il suo lavoro di ristoratore.
Una birra è la singolare autocertificazione. A suffragio anche un messaggio con una richiesta di consegna a domicilio nella capitale di una birra media: “Anche 3,50 euro in questo momento sono importanti”.
La marcia di Bacchetta ha colpito numerosi italiani ed è partita una vera e propria gara di solidarietà per aiutarlo. In molti sono pronto a ospitarlo lungo il tragitto, dove ha incontrato anche tanti sindaci dei piccoli comuni attraversati che gli hanno dato sostegno. Infine il titolare di un negozio di bici gliene ha messa a disposizioni una. Una pagina Facebook, anzi un gruppo pubblico, è stata creata appositamente per seguire la sua impresa: in nome è “Sindaco Gilu Bacchetta verso Roma”.
Bacchetta spiega la sua protesta: “I bonus non possono essere una tantum, tanti non lavorano da mesi e forse non potranno farlo per diverso tempo. E poi quei bonus sono finiti anche nelle mani di chi ha continuato a lavorare o ha una condizione economica migliore”.