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Prezzi della benzina in costante aumento, è polemica sul ministro Urso: "Senza accise costa meno che in Ue"

Rincari continui dei prezzi di benzina e diesel, scoppia la polemica sulle dichiarazioni del ministro Urso

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Con una inflazione alle stelle, l’estate 2023 rischia di essere ricordata come quella dei rincari. Dagli alimentari ai carburanti, passando per i prezzi dei voli aerei. Mentre gli italiani combattono contro il rincaro dei prezzi di benzina e gasolio, il ministro Adolfo Urso interviene negando che i prezzi siano fuori controllo, “anzi è vero il contrario: l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei”. Una difesa però che ha scatenato un coro di critiche e polemiche.

I prezzi in salita

Partiamo dai fatti. Il prezzo dei carburanti in Italia è in continua ascesa da giorni, arrivando anche a sfondare quota 2 euro al litro per la benzina self service in autostrada.

Stando agli ultimi dati ufficiali del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (aggiornati al 13 agosto), il prezzo medio delle benzina è di 1,939 euro al litro (+0,5% sulla settimana precedente). Il prezzo medio del diesel è 1,827 (+1,7% rispetto alla settimana precedente).

A fine luglio, prima dell’introduzione del cartello da esporre con i prezzi medi, la benzina era sotto 1,9 euro al litro e il gasolio sotto 1,75 euro.

Le parole del ministro Urso

Sull’aumento dei prezzi dei carburanti è intervenuto nelle ultime ore il ministro delle Imprese Adolfo Urso con una nota ufficiale: “Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania”.

“È falso – aggiunge Urso – quanto affermano alcuni esponenti politici che il prezzo di benzina e gasolio sia fuori controllo, anzi è vero il contrario: l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei”.

La linea difensiva del ministro è che “le quotazioni internazionali medie della scorsa scorsa settimana mostrano, rispetto al mese precedente, aumenti analoghi a quelli del prezzo alla pompa”.

Le polemiche

Le parole del ministro Urso hanno subito suscitato molte polemiche, con le opposizioni che vanno all’attacco. A partire da Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, che parla di dichiarazioni “del tutto fuori dalla realtà“.

“La verità – spiega Misiani – è che le misure contro il caro carburanti varate in pompa magna dal governo Meloni si sono rivelate un buco nell’acqua, come era stato ampiamente previsto sin dalla discussione parlamentare del decreto legge sulla trasparenza dei prezzi. Al ministro Urso diciamo che il tempo delle chiacchiere e degli annunci è abbondantemente scaduto e che servono atti concreti“.

“Durante la campagna elettorale – attacca Angelo Bonelli dei Verdi – la presidente Meloni e la sua coalizione avevano promesso montagne d’oro, tra cui il taglio delle accise sulla benzina. Dopo quasi un anno di governo e una lunga serie di promesse tradite, ci troviamo di fronte a un aumento senza precedenti dei prezzi dei carburanti fossili, che pesa enormemente sulle tasche dei cittadini e delle famiglie italiane”.

I cartelloni con il prezzo medio stanno funzionando?

A due settimane dall’entrata in vigore dell’obbligo per i benzinai di esporre i cartelloni con i prezzi medi dei carburanti, sembra che l’operazione voluta dal governo non stia funzionando.

Nonostante i cartelli esposti con i prezzi medi regionali, nelle ultime due settimane gli automobilisti hanno dovuto fare i conti con aumenti di prezzo considerevoli.

“Anche questa mattina, per il sedicesimo giorno consecutivo, i prezzi medi dei carburanti comunicati dal Mimit hanno subito un aumento. Il cartello dei prezzi medi, imposto ai distributori dal Governo, nulla ha potuto, né ha mai avuto alcuna possibilità di farlo, contro gli aumenti dei prezzi dovuti ai valori in ascesa dei mercati internazionali dei prodotti”, attacca la Fegica, la Federazione e gestione impianti di carburanti e affini”.

Secondo una stima di Assoutenti, che chiede un intervento urgente del Governo, in questa estate lo Stato italiano dovrebbe incassare 2,27 miliardi tra accise e Iva.

“Il governo deve attivarsi introducendo meccanismi automatici di riduzione di Iva e accise su benzina e gasolio in occasione dell’ incremento dei prezzi industriali – afferma il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – in modo da alleggerire la spesa degli italiani sia per i rifornimenti, sia per quei prodotti come gli alimentari che risentono dei maggiori costi di trasporto”.

Fonte foto: ANSA

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