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CRONACA NERA

Ponte Morandi, un camion frigo carico di hashish coinvolto nel crollo: la Camorra voleva recuperarlo

Il carico di 900 chili di hashish era nascosto in un camion frigo che si trovava sul ponte Morandi. La Camorra ha provato a recuperarlo

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Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

Un camion frigorifero carico di hashish si trovava sul ponte Morandi di Genova nel giorno del crollo, il 14 agosto 2018. La scoperta è stata fatta nell’ambito dell’operazione “Blu notte” condotta dalla Dda di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di 47 persone. Camorra e ‘ndrangheta, secondo le forze dell’ordine, cercarono di recuperare i 900 chili di hashish che si trovavano sul camion.

Camion carico di hashish, la scoperta dalle intercettazioni

La conversazione risale al marzo 2020, quindi quasi due anni dopo la tragedia del ponte Morandi.

Al telefono ci sono Francesco Benito Palaia, ritenuto affiliato del clan Bellocco di Rosarno, e il suo braccio destro Rosario Caminiti e la conversazione verte sulla possibilità di recuperare il carico di hashish, che secondo le forze dell’ordine era diretto a dei malavitosi campani.

Cosa si sono detti Palaia e Caminiti

Queste le parole di Palaia rivolte a Caminiti: “Allora, quando è crollato il ponte Morandi, se tu vai al primo video, è caduto un furgone. È un cargo giallo, lo vedi benissimo perché è giallo, con una cella frigorifera, piccolino! Il piccolino! È caduto orizzontale. Come è caduto il ponte si è seduto, automaticamente gli è caduta una macchina di sopra”.

“Io questi 900 chili glieli voglio fottere, dice, e tu hai la possibilità di prendertelo tutto… Gli ho chiesto in che senso. Io posso fare una cosa, gli ho detto, facciamo 50 e 50, io lo vendo e il 50% lo prendi tu, tanto tu non l’hai pagato”, prosegue Caminiti.

Da qui il tentativo dei due, che secondo quanto riportato dal Corriere della Sera sarebbero stati ingaggiati dai clan di Secondigliano e Scampia, di recuperare il camion che nel frattempo era stato spostato da Genova a Latina e poi a Frosinone.

Il ponte Morandi dopo il crollo

Il tentativo di recuperare il carico di hashish

Il gancio di Palaia per recuperare il camion è un amico dei Castelli Romani che ha conoscenze nel mondo del recupero rottami.

Lo stesso Palaia, però, mette in guardia Caminiti perché le pareti della cella frigorifera si sono deformate: “Se si aprono le pareti durante il trasporto… ti sei giocato tutto e ti fai arrestare…ho chiamato questo qua. ha detto fasciato, mi ha detto con le fasce a cricchetto e la cella deve stare chiusa… Ed ogni 200 chilometri, duecentocinquanta… si ferma uno e deve fare i cricchetti un’altra volta”.

Tuttavia la Guardia di Finanza di Genova, che ha svolto le indagini sul crollo costato la vita a 43 persone, non era mai stata informata della vicenda che, di fatto, non è stata approfondita.

Fonte foto: ANSA

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