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Perquisizioni dell'FBI a casa di Trump, nuove rivelazioni: gli agenti cercavano documenti sulle armi nucleari

Lo scoop del Washington Post, le parole del procuratore generale americano Merrick Garland e l'uomo ucciso a Cincinnati: tutti gli ultimi aggiornamenti

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Lunedì gli agenti dell’FBI hanno perquisito il resort di Mar a Lago dell’ex presidente americano Donald Trump. Cosa cercavano?

Perquisizioni in casa di Donald Trump, lo scoop del quotidiano americano: ecco cosa cercavano

Nuovi dettagli arrivano dal quotidiano americano The Washington Post, secondo cui la ricerca era mirata al ritrovamento di alcuni documenti sulle armi nucleari e altro materiale classificato.

Il Washington Post ha citato fonti riservate che hanno familiarità con il lavoro del Federal Bureau of Investigation. Non è chiaro se gli ordigni ai quali le carte avrebbero dovuto far riferimento fossero americani o appartenenti all’arsenale di qualche altro paese.

L’FBI cerca materiale classificato a Mar a Lago: le parole del procuratore generale Usa

Nelle ore precedenti allo scoop del Washington Post, Merrick Garland, il procuratore generale, ha dichiarato di aver personalmente autorizzato la richiesta del governo americano per un mandato di perquisizione.

Garland ha inoltre rivelato che il dipartimento di giustizia aveva chiesto a un tribunale dello stato Usa della Florida di presentare la richiesta per un mandato. Nella mozione del dipartimento di giustizia sarebbe contenuto un riferimento al “chiaro e forte interesse del pubblico a comprendere quanto accaduto nei suoi contenuti”.

In una successiva dichiarazione, Trump, che ha reso di pubblico dominio la perquisizione, ha affermato che non avrebbe fatto alcun ricorso, preferendo incoraggiare “il rilascio immediato di quei documenti”. Il tycoon ha inoltre definito “non americana, ingiustificata e non necessaria” la perquisizione, intimando: “Rilasciare i documenti ora!”

Merrick Garland, procuratore generale Usa.

I federali nel resort dell’ex presidente Usa, la mobilitazione dei sostenitori del tycoon

Le parole del presidente hanno accompagnato una mobilitazione dei suoi sostenitori. In particolare, giovedì un uomo ha cercato di violare l’ufficio di Cincinnati (nello stato americano dell’Ohio) dell’FBI. È stato ucciso dalla polizia durante la fuga.

Le autorità non hanno lasciato trapelare il nome dell’uomo né hanno descritto le sue motivazioni.

Due funzionari delle forze dell’ordine, che hanno familiarità con quanto accaduto, hanno affermato che gli investigatori stanno cercando di capire se l’uomo, identificato come Ricky Shiffer, avesse legami con gruppi estremisti, incluso uno di quelli che hanno partecipato all’assalto del 6 gennaio al Campidoglio, cioè il parlamento federale degli Stati Uniti.

Fonte foto: ANSA

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