Perché Salvatore Buzzi è stato scarcerato dopo un anno: era stato arrestato nell'inchiesta Mondo di Mezzo
Salvatore Buzzi, condannato per l'inchiesta Mondo di Mezzo, è stato scarcerato
Scarcerato Salvatore Buzzi. L’uomo era stato arrestato nell’ambino dell’inchiesta Mondo di Mezzo, soprannominata “Mafia Capitale”. La ragione sarebbe l’illegittimità del decreto d’arresto.
La scarcerazione di Buzzi
L’ex imprenditore Salvatore Buzzi è stato scarcerato. La Corte di Cassazione ha definito illegittimo il decreto d’arresto con cui l’uomo era stato condotto in carcere poco più di un anno fa nell’ambito dell’inchiesta Mondo di Mezzo.
Buzzi era detenuto presso il carcere di Catanzaro e ora gli avvocati difensori hanno 30 giorni di tempo per chiedere al tribunale di sorveglianza di Roma la misura alternativa dell’affidamento terapeutico.
Si tratta di una misura cautelare alternativa al carcere, che prevede un percorso di riabilitazione e di recupero del detenuto quando questo è considerato centrale per la sua rieducazione e il suo reinserimento nella società.
Cosa fu l’inchiesta Mondo di Mezzo
Salvatore Buzzi, che deve scontare ancora 5 anni di carcere, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mondo di Mezzo, per lungo tempo soprannominata impropriamente Mafia Capitale.
L’operazione era volta a scoprire e smantellare una collusione tra funzionari della pubblica amministrazione della città di Roma e alcuni imprenditori, in particolare proprio Buzzi, che gestiva diverse cooperative, e Massimo Carminati.
Inizialmente nel 2015 gli imputati vengono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso ma nel 2020 al Corte di Cassazione rimuove l’aggravante cambiando il capo d’accusa a associazione a delinquere “semplice”.
La storia di Salvatore Buzzi
Buzzi ha avuto un precedente con la giustizia molto rilevante, che ha caratterizzato la sua vita. Classe 1955, all’inizio degli anni ’80 lavora in una banca dalla quale ruba diversi assegni con l’aiuto di un complice, il 20enne pregiudicato Giovanni Gargano.
Il giovane inizia a ricattare Buzzi e lui lo uccide con 34 coltellate. Condannato a 30 anni di carcere, Buzzi si rivela un detenuto modello. Diventa il primo carcerato italiano a laurearsi e si rende protagonista di diverse iniziative per sensibilizzare sullo stato delle prigioni italiane.
La sua condotta lo porta, insieme a un indulto, a ricevere numerosi sconti di pena. Sconta in tutto 6 anni per l’omicidio Gargano, nel 1994 ottiene la grazia dal Presidente della Repubblica e nel 1998 anche la riabilitazione.