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Parla la procuratrice che riaprì il caso di Beniamino Zuncheddu: la revisione richiesta grazie a un dettaglio

Francesca Nanni, la procuratrice che ha firmato per la revisione del processo, parla del dettaglio che l'ha portata a riaprire il caso Zuncheddu nel 2019

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Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

Il caso di Beniamino Zuncheddu è tornato a far parlare di sé dopo che il pastore sardo è stato assolto, dopo 33 anni di carcere, per non aver commesso la strage del Sinnai. Ma non tutti sanno che dietro all’esito del processo della Corte d’Appello penale di Roma c’è la procuratrice Francesca Nanni, colei che ha firmato la richiesta di revisione nel 2019 e che oggi, appreso l’esito positivo per Zuncheddu, si commuove.

La revisione del caso Zuncheddu

A far propendere Nanni alla firma per la revisione del caso legato a Beniamino Zuncheddu sono state proprio alcune parole del pastore. La procuratrice, al Corriere della Sera, ha infatti raccontato di essere rimasta stupita dal fatto che, dopo 27 anni di carcere, l’uomo continuasse a dichiararsi innocente.

Dopo tanti anni di galera, infatti, Zuncheddu avrebbe potuto prendersi la responsabilità per la tre morti e il ferimento di Luigi Pinna, diventato poi testimone oculare, e vedersi aprire le porte del carcere. Ma non fu così.

“Fu una circostanza alla quale feci caso” ricorda. Poi l’incontro con l’avvocato e la decisione di vederci chiaro. E grazie al controllo degli episodi criminali avvenuti nella zona negli anni precedenti, il caso Murgia risaltò all’occhio di Nanni.

Da lì il lavoro per cercare di dimostrare l’innocenza di Zuncheddu, ma per Nanni e l’avvocato serviva qualcosa in più per poter riaprire il processo.

L’incontro con Pinna e la riapertura

In attesa della firma sulla revisione, la procuratrice Nanni racconta di aver anche incontrato Luigi Pinna. Il teste, che era stato messo sotto controllo, fu chiamato per dei chiarimenti.

“Vede, Pinna. Io la capisco, vedo il suo tormento. So che in tutto questo tempo lei ha vissuto male e io e lei sappiamo perché: lei ha il dubbio che quella persona che dice di aver visto non sia il vero responsabile” disse all’uomo che, rientrato in macchina, alla moglie che lo aspettava sottolineò di essere sospettoso del fatto che Nanni avesse capito che Zuncheddu fosse innocente.

Nel 2019 quindi la firma sulla revisione che, il 26 gennaio 2024 ha portato all’assoluzione di Zuncheddu.

Nanni-Zuncheddu, la promessa dell’incontro

Ma in questi anni, a dir la verità, Nanni e Zuncheddu non si sono mai visti. “Lo conosco dalle carte” ha detto la procuratrice.

Lui le ha mandato i ringraziamenti più e più volte, ma ora l’attesa cresce per l’incontro di persona: “Se e quando ci sarà l’occasione lo incontrerò volentieri”.

Nanni e la mancata revisione di Erba

Ma Francesca Nanni, oltre a essere la procuratrice che ha firmato la revisione sul caso di Beniamino Zuncheddu, è colei che ha deciso di non fare lo stesso per la strage di Erba. La procuratrice, oggi alla Corte d’appello di Milano, ha infatti preferito mandare tutto ai colleghi di Brescia ma con un parere negativo.

“Aspettiamo serenamente l’esito del nuovo dibattimento. I processi si fanno nelle aule di giustizia” ha detto al Corriere della Sera una volta appreso che i colleghi hanno deciso di riaprire il caso.

Nanni, tra l’altro, aveva firmato anche per la revisione di Daniele Barillà, imprenditore arrestato nel 1992 con l’accusa di essere l’Escobar della Brianza. Anche in quel caso, nel 2000, arrivò l’assoluzione, con l’uomo che tornò in libertà perché vittima di un grossolano scambio di persona.

Fonte foto: ANSA

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