Paola Caruso chiede giustizia per il figlio dopo un'iniezione a Sharm el-Sheikh: "Sogno che possa correre"
A “Verissimo” la showgirl ha parlato del figlio, vittima di una paralisi del nervo sciatico a causa di un’iniezione avvenuta durante una vacanza
Durante una puntata di Verissimo, la showgirl Paola Caruso ha parlato delle condizioni del figlio, un bambino con problemi di mobilità causati da una iniezione che gli è stata fatta durante una vacanza in Egitto, rivelando di non essere riuscita a ottenere giustizia per quanto accaduto.
La confessione di Paola Caruso
“Mi sono fidata, mi sono lasciata convincere. Non l’avessi mai fatto”: sono le parole di Paola Caruso, showgirl che, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, ha parlato delle condizioni di salute del figlio, vittima nel novembre dello scorso anno di quello che a suo dire è stato un grave errore medico.
Il figlio della Caruso, un bambino di quattro anni, aveva avuto un attacco di febbre mentre si trovava con la famiglia in vacanza a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Curato prima con degli antipiretici, che non hanno sortito alcun effetto, il piccolo è stato poi visitato da un medico egiziano, che ha deciso di effettuare alcune punture.
Uno spezzone dell’intervento di Paola Carusa a “Verissimo”, pubblicato dall’attrice e showgirl sul proprio profilo Instagram
Subito dopo l’iniezione il bambino è crollato a terra, senza avere più sensibilità ad una gamba. Come spiegato dalla madre: “Gli hanno iniettato un medicinale tossico, che non si inietta ai bambini. Alla fine la diagnosi è che lui ha una paresi del nervo sciatico”.
Un’operazione per tornare a camminare
Dopo il rientro in Italia, il bambino è stato visitato da diversi medici e alla fine si è deciso di intervenire con una operazione che, a detta della madre, era “l’unica speranza per farlo camminare di nuovo”. Una scelta comunque difficile, dato che proprio per “una puntura, che fanno al giorno milioni di persone nel mondo” ci si è trovati in questa situazione, allora “chissà cosa può succedere in un intervento di sei ore in anestesia totale”.
Alla fine l’intervento, eseguito all’Ospedale Gaslini di Genova, è andato bene: “Quello che doveva essere fatto per liberare il nervo è stato fatto. Lì, dove era stata fatta l’iniezione nel nervo, si era creato un taglio quindi non passavano più le terminazioni nervose perché questa cicatrice occludeva il flusso. È un’operazione che in Italia non si faceva da vent’anni perché in Italia sono vietate le intramuscolo ai bambini”.
Il piccolo ora è quotidianamente impegnato con la fisioterapia, e anche se le sue condizioni migliorano, il processo è lungo e spesso doloroso: “adesso lui capisce di più. Da questa estate ha iniziato a dirmi serio: ‘mamma, io non ce la faccio più, voglio spaccarlo questo tutore’. E urla. Vedere mio figlio che soffre così mi devasta. Con lui sono calmissima, ma dentro vivo con il senso di colpa”.
La denuncia al medico egiziano
“La mia vita da quando è successa questa cosa è un incubo – prosegue la showgirl – Continuo la mia vita perché devo avere un minimo di sfogo, devo anche lavorare perché non ho l’aiuto economico da parte del padre. Non ho ancora ricevuto una chiamata dalla famiglia” confessa poi, ammettendo di non essere stata contattata neanche dalla struttura di Sharm el-Sheikh.
“Quelli del resort non si sono fatti sentire. Io non sono riuscita a far causa perché si tratta di una struttura gestita da più società egiziane, ed è difficile improntare una causa e avere giustizia” ha rivelato la Caruso, che non nasconde comunque la frustrazione per quanto accaduto: “Vorrei guardare in faccia questo dottore e vorrei che chiedesse scusa a mio figlio e a me”.