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Pam Bondi ministro della Giustizia di Trump, Matt Gaetz rinuncia: chi è l'ex procuratore della Florida

Matt Gaetz lascia la corsa a ministro della Giustizia e al suo posto Trump nomina la fedelissima Pam Bondi, ex procuratore della Florida

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il controverso Matt Gaetz rinuncia al ruolo di ministro della Giustizia del nascente governo Trump, dopo lo scandalo che lo ha travolto. Al suo posto è stata designata Pam Bondi, ex procuratore della Florida. La notizia l’ha data lo stesso Trump sul suo social network Truth, elogiando Bondi per la sua esperienza e per la sua attività anticrimine.

Perché Matt Gaetz ha rinunciato

L’ex deputato repubblicano della Florida Matt Gaetz ha annunciato giovedì 21 novembre la volontà di ritirare la sua candidatura per la carica di segretario della Giustizia.

“È chiaro che la mia conferma stava ingiustamente diventando una distrazione dal lavoro critico della transizione Trump/Vance… Non c’è tempo da perdere in una rissa a Washington inutilmente prolungata quindi ritirerò il mio nome per servire come procuratore generale”, ha scritto Gaetz su X.

Donald Trump e Pam Bondi.

Alcuni documenti, visionati dal New York Times, dimostrerebbero la partecipazione di Gaetz a festini con droghe e prostitute. La scelta di Matt Gaetz da parte di Donald Trump aveva indignato i Democratici e creato discussioni fra i Repubblicani.

Nel 2020 Gaetz era stato inoltre indagato per un presunto traffico sessuale e abuso su una ragazza di 17 anni, avvenuto tre anni prima. L’indagine si è poi conclusa senza alcuna accusa ufficiale.

Chi è Pam Bondi

L’italoamericana Pamela Jo Bondi ha 59 anni ed è l’ex procuratrice generale della Florida, ruolo che ha ricoperto dal 2011 al 2019.

Ha difeso Trump durante il suo primo impeachment in cui fu accusato di avere fatto pressioni affinché si indagasse per corruzione su Joe Biden. Bondi, fedelissima di Trump, sarà dunque Attorney General, cioè capo del dipartimento della Giustizia.

Durante il primo mandato di Trump, Bondi fece parte della Commissione contro gli oppioidi. Ha inoltre collaborato con l’America First Policy Institute, che sta lavorando nel trasformare il programma di Trump in concreti atti legislativi.

Bondi è una dei procuratori che firmarono il documento che definiva illegale la nomina del procuratore speciale Jack Smith che incriminò Trump.

Fra i primi dossier che Pam Bondi dovrà gestire, insieme agli altri ministri interessati, c’è quello della stretta all’immigrazione clandestina, cavallo di battaglia di Donald Trump.

Il caso della Trump University

Il primo contatto fra l’entourage di Trump e quello di Bondi avvenne nel 2013, quando la procuratrice stava valutando se indagare la Trump University. La Trump Foundation donò 25.000 dollari a una organizzazione elettorale creata per appoggiare Bondi.

Il caso emerse anni dopo perché essendo registrata come organizzazione senza fine di lucro, la Trump Foundation non poteva fare donazioni politiche.

Nei mesi successivi, sia la Trump University che la Trump Foundation vennero chiuse. Trump patteggiò 25 milioni di dollari per chiudere un processo per frode sulla gestione della Trump University.

Fonte foto: IPA

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