Orsini e i contatti con le madri ucraine: "Mi scrivono da Mariupol: 'Italiani pazzi a darci armi'"
Alessandro Orsini ha rilasciato nuove dichiarazioni sulla guerra in Ucraina destinate a far discutere
Altre dichiarazioni di Alessandro Orsini e altre polemiche in arrivo. L’opinionista e professore, intervenuto A #Cartabianca nel corso della puntata in onda il 19 aprile su Rai Tre, ha assicurato di essere in contatto con alcune famiglie che abitano a Mariupol e che queste gli scrivono tutti i giorni dicendogli che non vogliono proseguire la guerra e che la Nato fa propaganda.
Cartabianca, Orsini: “Mi scrivono mamme ucraine con bambini morti. Non vogliono la guerra”
“Sono in contatto con famiglie a Mariupol che mi scrivono tutti i giorni e mi dicono: ‘Professore, parli. Voi italiani siete impazziti a dare armi‘. Queste donne che mi scrivono con bambini morti non hanno voce, la propaganda della Nato ci fa credere che tutte queste persone vogliano la guerra”.
“Ci sono migliaia di mamme, bambini e genitori che non vogliono la guerra”, ha ribadito il docente di sociologia del terrorismo internazionale. Nella guerra in corso, “se la Russia è in difficoltà, gli ucraini sono più in difficoltà della Russia. Se la Russia dovesse trovarsi in una condizione disperata ricorrerebbe ad armi devastanti con cui riuscirebbe a vincere la guerra: lo dice il capo della Cia, non lo dico io”.
L’opinionista ha quindi tessuto le lodi di se stesso. “Tutte le previsioni che avevo fatto si stanno verificando una dopo l’altra – ha sostenuto -. Avevo detto che la Russia era in grado di sventrare l’Ucraina come e quando vuole ed è quello che sta accadendo. Non riesco a comprendere questa esaltazione retorica della resistenza ucraina“.
“Va benissimo lodare il coraggio dei combattenti ucraini, sono un loro ammiratore. Ma come si fa a non comprendere che Putin sta letteralmente devastando l’Ucraina da cima a fondo? Come si fa ad essere così ciechi?”, ha concluso.
Mariupol non si arrende: “Non deporremo le armi”
Al di là delle esternazioni di Orsini, nelle scorse ore, il comandante delle ultime forze ucraine a Mariupol, in un’intervista rilasciata al Washington Post, ha annunciato che i suoi soldati non hanno alcuna intenzione di smettere di lottare. Continueranno a farlo anche “quando le forze russe si avvicineranno con una raffica di fuoco costante”.
La 36a brigata marina, l’ultima roccaforte dell’Ucraina a Mariupol, ha finora resistito nonostante fosse ampiamente in inferiorità numerica: il maggiore Serhiy Volyna ha detto al Post che lui e i suoi soldati continueranno “a condurre operazioni di combattimento e a completare i nostri compiti militari fintanto che li riceviamo… Non deporremo le nostre armi”.
I soldati russi usano costantemente “aviazione, artiglieria e artiglieria navale di vari sistemi” e cercano di “condurre azioni d’assalto con la copertura di carri armati e veicoli da combattimento di fanteria”, ha raccontato Volyna, secondo cui nell’acciaieria di Mariupol, dove stanno cercando rifugio soldati e centinaia di civili, ci sono almeno 500 persone sono ferite.
“È nel seminterrato dove le persone marciscono. Non ci sono farmaci”, ha spiegato. “Speriamo vivamente che il presidente Biden ci ascolti e ci aiuti a risolvere la nostra situazione”, ha aggiunto Volyna. “Combattiamo fino all’ultimo, ma abbiamo pochissimo tempo a disposizione”.