ONG accusa Giorgia Meloni di minare diritti e libertà: tra i finanziatori c'è anche George Soros
Duro attacco al Governo Meloni da una ONG che è finanziata, tra gli altri, da George Soros: il motivo delle critiche in un report
Duro attacco da una ONG al Governo di Giorgia Meloni. In un report, Civil Liberties Union for Europe (Liberties) ha accusato la premier e il suo operato alla guida dell’Italia poiché minano i diritti e la libertà. Tra i finanziatori di questa organizzazione figura anche George Soros, celebre e discusso filantropo.
- ONG contro Giorgia Meloni
- Perché l'organizzazione critica il governo italiano
- I Paesi citati e l'appello all'Ue
- Cosa diceva l'ultimo report di Amnesty
- Chi è George Soros
ONG contro Giorgia Meloni
Secondo il report di Civil Liberties Union for Europe (Liberties), pubblicato lunedì 17 marzo in un articolo sul Guardian, l’Italia è uno degli esempi lampanti ed emblematici della “recessione democratica” dell’Europa.
Per l’ONG, “il governo italiano ha profondamente indebolito lo stato di diritto con la riforma del sistema giudiziario e ha mostrato una forte intolleranza alle critiche dei media”.
Perché l’organizzazione critica il governo italiano
Oltre a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia dunque a finire nel mirino di Liberties è l’Italia, il cui governo guidato da Giorgia Meloni sta “cercando di approvare una legge per dare ‘pieni poteri’ al ministero della Giustizia sui pm, aumentando il controllo politico sulla magistratura”.
Secondo i ricercatori le mosse della leader di Fratelli d’Italia puntano ad ampliare il controllo politico sul giudiziario. Nell’attacco vengono citati due esempi che per settimane hanno occupato le prime pagine dei quotidiani nostrani.
Stiamo parlando del caso della cancellazione della trasmissione del “manifesto antifascista” di Antonio Scurati e del provvedimento disciplinare contro la giornalista Serena Bortone che aveva inserito il discorso nel suo programma “Chesarà”. Si tratta, secondo il “Liberties rule of law 2025”, di interferenze “senza precedenti” del governo italiano nei media del servizio pubblico.
I Paesi citati e l’appello all’Ue
Tale report è stato redatto dalla ONG insieme a enti e associazioni umanitarie di diversi Paesi Ue. Non si tratta di una novità poiché già dal 2019, ogni anno, quest’organizzazione misura lo stato di salute della democrazia europea. Il punto a cui è arrivata è che nel 2024 l’Europa si è decisamente spostata un po’ più a destra e che questo spostamento si sia verificato a discapito dei diritti e delle libertà dei cittadini dell’Unione.
Tra i vari governi nazionali, “la categoria più preoccupante di paesi” è quella dei “demolitori”, ovvero quelli che prendono intenzionalmente misure che indeboliscono lo stato di diritto. Oltre alle già citate, anche democrazie storicamente modello come Francia e Germania hanno subito peggioramenti mentre la Repubblica Ceca è stata premiata come il Paese che più ha agito per rafforzare la democrazia.
Nel rapporto si punta il dito contro le riforme dei sistemi giudiziari, la scarsa applicazione della legge contro la corruzione, l’uso eccessivo di procedure legislative d’urgenza, il fastidio nei confronti dei giornalisti e crescenti restrizioni alle manifestazioni pacifiche di protesta. E si chiede alla Commissione Europea di rinforzare l’attività di monitoraggio dell’Ue e di accelerare le azioni legali contro le violazioni dello stato di diritto poiché, senza azioni decisive, “l’Ue rischierà un’ulteriore erosione democratica”.
Cosa diceva l’ultimo report di Amnesty
Se questo resoconto parla di tutto il 2024, degli stessi temi aveva parlato anche Amnesty che li aveva affrontati nel suo ultimo report, datato gennaio 2024. Allora aveva stilato un bilancio delle politiche portate avanti nel primo anno di governo a 12 mesi dal 4 agosto 2022 quando Amnesty International Italia pubblicava il suo “Manifesto in dieci punti” per chiedere ai leader e ai candidati dei partiti che avrebbero formato il nuovo governo, di impegnarsi a sostenere e promuovere i diritti umani.
Ebbene, anche Amnesty aveva criticato quanto fatto e soprattutto quanto non fatto in merito a diritti economici e sociali, ai diritti delle donne e della comunità Lgbtqia+, alla giustizia climatica, alla tutela del diritto alla protesta e alla sfida migratoria.
Si era giunti infatti alla constatazione di “una sostanziale inerzia nel contrasto al linguaggio d’odio, agli stereotipi e ai pregiudizi di genere; un’impronta securitaria rispetto a sfide epocali, quale quella climatica, con politiche incentrate a perseguire gli attivisti climatici piuttosto che rispettare gli obblighi assunti per la riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili; l’adozione di misure di dubbia efficacia, se non controproducenti, quali gli innumerevoli decreti in materia d’immigrazione di cui non vi era né la necessità né l’urgenza e che non fanno che acuire i fenomeni di traffico di essere umani che il governo si prefigge di combattere ‘su tutto il globo terraqueo'”. Il sunto finale era quello di trovarsi davanti a “una classe politica che non sembra consapevole, per ignoranza o convenienza politica, che un maggiore rispetto e tutela dei diritti significa un avanzamento per tutta la società e non la tutela dell’interesse di una parte sola”.
Chi è George Soros
Come detto, il rapporto è stato pubblicato dall’associazione Civil Liberties Union for Europe (Liberties). Si tratta di una ONG registrata secondo la legge tedesca nel 2017 e che è finanziata e sostenuta economicamente da diverse realtà. Una di esse è anche la Open Society del miliardario George Soros. Essa aiuta associazioni in tutto il mondo e promuove la democrazia, la giustizia, l’istruzione, la sanità pubblica e i media indipendenti in tantissimi Paesi, anche in Italia. Ha per esempio finanziato la campagna elettorale di alcuni candidati di +Europa.
Soros è da tempo un nome noto, un profilo chiacchierato e divisivo. Sopravvissuto all’Olocausto, di origini ungheresi, spesso è stato bersaglio di attacchi antisemiti. Nemico giurato dell’estrema destra, il magnate 94enne viene visto spesso come una sorta di “grande burattinaio progressista”. I suoi finanziamenti, secondo chi lo accusa, servirebbero a influenzare la politica per i suoi interessi. È identificato come il Re Mida della finanza, nel 1992 con una manovra spericolata mise in ginocchio la Banca d’Inghilterra. Dopo la carriera da trader ha vestito i panni del filantropo.
Negli Stati Uniti è apprezzato dai democratici (Joe Biden gli ha conferito la Medal of Freedom, il più alto riconoscimento civile americano) e odiato dai conservatori che lo vedono coinvolto anche in molte teorie del complotto. Soros avrebbe provato a impedire la rielezione di George W. Bush, avrebbe pagato il procuratore di New York che ha incriminato Donald Trump, Elon Musk lo ha paragonato a Magneto, il cattivo dei fumetti X-Men della Marvel e ha scritto che “odia l’umanità”. È stato anche citato da Giorgia Meloni come esempio negativo di ingerenze negli affari altrui.