Omicidio di Vincenza Saracino a Preganziol, il Dna sotto l'unghia rotta può incastrare l'assassino
Il Dna ritrovato sotto l’unghia rotta può incastrare l’autore dell’omicidio di Vincenza Saracino, la 50enne rinvenuta cadavere a Preganziol (Treviso)
Avrebbe cercato di difendersi Vincenza Saracino, la 50enne che lavorava assieme al marito in un sexy shop a Preganziol, dov’è stata ritrovata morta. Sono state difatti refertate tracce di Dna sotto l’unghia rotta della donna, che potrebbero portare all’autore dell’omicidio.
Il Dna sotto l’unghia rotta di Vincenza Saracino
Le unghie di Vincenza Saracino potrebbero essere la chiave per risalire alla persona che l’ha uccisa all’inizio di luglio a Preganziol, comune della provincia di Treviso, in Veneto.
Secondo il patologo Claudio Terranova, professore associato all’istituto di medicina legale dell’Università di Padova che ha effettuato l’autopsia sul corpo della 50enne, sono state evidenziate durante l’esame alcune tracce biologiche, che saranno analizzate e che potrebbero portare a delineare il Dna dell’omicida.
Le tracce sono state ritrovate sotto un’unghia rotta della donna, il che, insieme agli ematomi presenti sulle braccia, potrebbe anche far pensare che la 50enne abbia tentato di difendersi prima di venir brutalmente assassinata.
L’omicidio a Preganziol
Vincenza Saracino gestiva insieme al marito un sexy shop nel comune veneto e, secondo gli investigatori, l’assassino della 50enne potrebbe proprio far parte della ristretta cerchia dei clienti abituali della loro attività.
Come ricostruito dagli investigatori, il 2 luglio, dopo aver lasciato il negozio, la donna si è fermata prima a far spesa e poi a un sale e tabacchi, per recarsi infine nei pressi della propria abitazione in sella alla sua bicicletta. A quel punto, dopo aver girato l’angolo verso via delle Maleviste, è sparita.
La denuncia della sua scomparsa è stata fatta la sera stessa dal marito, ma nonostante la tempestività delle ricerche la donna è stata ritrovata solo al mattino dopo, già morta, in un casolare abbandonato in via delle Maleviste, a soli 300 metri da casa.
Le ricerche dell’omicida
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la donna potrebbe essere stata vittima di una trappola, forse messa in atto da uno spasimante (probabilmente frequentatore del sexy shop) che potrebbe averla attirata con una scusa.
Non sono difatti stati rinvenuti segni di trascinamento sul luogo del ritrovamento del corpo, accanto al quale erano sistemati gli effetti personali della donna e la borsa della spesa.
La donna sarebbe morta sotto i colpi, almeno cinque, di un coltello, tutti andati a segno tra lo zigomo e il collo, sul lato sinistro del volto. La donna avrebbe provato anche a difendersi, ma fatale è stato il colpo che le ha reciso la carotide, portandola a morire per dissanguamento.