Omicidio di Vanessa Ballan ricostruito grazie alla chat di WhatsApp: il dettaglio dei messaggi col compagno
Grazie alle chat WhatsApp tra Vanessa Ballan e il compagno, Nicola Scapinello, sarebbe stato possibile risalire all’orario dell’omicidio della donna
Ci sono novità in merito all’omicidio di Vanessa Ballan: come riportato dal procuratore di Treviso, Marco Martani, grazie alle chat di WhatsApp tra la donna e il compagno, Nicola Scapinello, è stato possibile risalire al possibile orario nel quale si è consumato l’ennesimo femminicidio.
I messaggi WhatsApp di Vanessa Ballan
Come riferito dal procuratore di Treviso, Marco Martani, e riportato da ANSA, ci sono nuovi elementi grazie ai quali potrebbe essere possibile stabilire l’orario della morte di Vanessa Ballan, avvenuto martedì 19 dicembre.
Secondo il procuratore infatti, in base al traffico di messaggi WhatsApp tra la vittima e il compagno, Nicola Scapinello, è stato possibile risalire a un orario indicativo della morte della 27enne di Riese Pio X.
L’omicidio sarebbe infatti avvenuto tra le 11.21 e le 11.47, orario nel quale un secondo messaggio inviato alla vittima risulta non letto né tantomeno ricevuto. Poco dopo, alle ore 12, Scapinello è arrivato a casa e ha trovato Vanessa morta a terra.
L’omicidio di Vanessa Ballan
Proprio nella tarda serata di ieri è stato arrestato Bujar Fandaj, un cittadino kosovaro di 41 anni, ex fidanzato di Vanessa Ballan che lei aveva già denunciato per stalking ad ottobre.
L’uomo è stato condotto in carcere dopo essere stato sottoposto a fermo per omicidio aggravato. Secondo le prime ricostruzioni, Fandaj si sarebbe recato presso l’abitazione in sella a una bicicletta, portando con sé un borsone in cui aveva riposto il martello usato per sfondare la porta a vetri di accesso all’abitazione.
Sembrerebbe che già in altre occasioni l’uomo avesse tentato di introdursi nell’abitazione della ex fidanzata, anche scavalcandone la recinzione.
Le accuse a Bujar Fandaj
Anche a causa dei precedenti tentativi di irruzione, secondo il procuratore capo di Treviso “ci sono elementi per contestare la premeditazione” del delitto. Il 41enne kosovaro aveva anche attivato una nuova utenza telefonica il giorno prima del delitto.
Secondo Martani, Fandaj si sarebbe avvicinato alla casa di Ballan “con la bicicletta e non con la sua auto, probabilmente per non farsi riconoscere, e aveva un borsone dove aveva un martello, due coltelli, e altri attrezzi da scasso, con un coltello simile a quello che è stato trovato in cucina, e che è l’arma del delitto”.
Nella serata di ieri il presunto omicida aveva chiamato in Procura “intorno alle 21.00, ammettendo il fatto, e questo per noi ha valore confessorio – ha poi continuato Martani – Aveva detto che si sarebbe costituito ai carabinieri di Riese, ma per noi era un tentativo di depistaggio”.
“Ci sono indizi gravi di un pericolo di fuga insito nel suo comportamento dopo l’omicidio e indubbi elementi di pericolosità sociale, per il fatto e la ferocia con cui ha agito”, ha poi concluso il procuratore.