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CRONACA NERA

Omicidio Bellocco, convalidato il fermo di Beretta: gli inquirenti temono ritorsioni della 'ndrangheta

Il fermo di Andrea Beretta è stato convalidato e per lui è stato disposto il carcere con l'accusa di omicidio per la morte di Antonio Bellocco

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Vincenzo Corrado

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Negli ultimi 16 anni ha ricoperto i ruoli di redattore, caposervizio e caporedattore per diverse testate locali e nazionali occupandosi di cronaca, cultura e sport. Attualmente direttore di una rivista di racconto sportivo

Il fermo di Andrea Beretta, capo ultrà dell’Inter, è stato convalidato e per lui è stato disposto il carcere con l’accusa di omicidio per la morte di Antonio Bellocco, rampollo di una delle cosche storiche della ‘ndrangheta. L’omicidio, avvenuto a Cernusco sul Naviglio, ha destato grande preoccupazione tra gli inquirenti, che temono possibili ritorsioni da parte del clan Bellocco.

Omicidio Antonio Bellocco, Andrea Beretta resta in carcere

Secondo la ricostruzione delle indagini, Bellocco, 36 anni, è stato accoltellato con una decina di colpi al petto e alla gola da Beretta, ex amico e ora rivale.

Il movente sarebbe riconducibile a una disputa legata a presunte minacce di morte da parte del clan Bellocco nei confronti di Beretta, che sospettava di essere nel mirino della cosca.

Prima dell’omicidio, avvenuto di fronte a una palestra, i due avrebbero avuto un acceso confronto, durante il quale Bellocco avrebbe minacciato Beretta e la sua famiglia. Beretta, armato di pistola e coltello, avrebbe reagito uccidendo Bellocco.

Il pericolo vendetta da parte della ‘ndrangheta

Il giudice per le indagini preliminari, Lorenza Pasquinelli, ha convalidato il fermo di Beretta, confermando il rischio di fuga e la pericolosità del soggetto, descritto come di “indole violenta” e con numerosi precedenti penali.

Beretta, interrogato nel carcere di Opera, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Nel frattempo, gli investigatori continuano a monitorare la situazione nel timore di vendette da parte della ‘ndrangheta.

L’ipotesi: escalation di violenza nelle curve

La morte di Bellocco, erede di una potente famiglia calabrese, potrebbe infatti scatenare reazioni nel mondo della criminalità organizzata, soprattutto nelle curve calcistiche, dove da tempo si indaga su infiltrazioni mafiose.

Le forze dell’ordine stanno intensificando i controlli per prevenire possibili escalation di violenza. Bellocco era membro dell’omonimo clan della ‘ndrangheta di Rosarno e aveva già ricevuto una condanna per le sue attività interne alla mafia.

Il clan è particolarmente noto alla cronaca: si dedica soprattutto al narcotraffico, al traffico di armi, all’estorsione e al controllo delle attività imprenditoriali lungo la piana di Gioia Tauro.

Fonte foto: ANSA

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