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Omicidio a Milano, Eros Di Ronza ucciso durante la rapina al bar: dubbi sulla legittima difesa, silenzio Lega

Eros Di Ronza ucciso a forbiciate a Milano, nipote e marito della titolare di un bar arrestati per omicidio volontario: i dubbi sulla legittima difesa

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Giovedì 17 ottobre Eros Di Ronza è stato ucciso mentre provava, forse con un complice, a rapinare un bar in viale Giovanni da Cemernate, a Milano. Il nipote e il marito della titolare del locale, sentiti i rumori da casa, sarebbero scesi con un paio di forbici e lo avrebbero ferito mortalmente, colpendolo più volte. La presunta dinamica dell’omicidio sembrerebbe escludere l’ipotesi della legittima difesa. Nel frattempo la Lega, che negli ultimi anni si è spesso esposta su casi di cronaca del genere, resta in silenzio.

Tutti i dubbi sulla legittima difesa del barista

La dinamica dell’omicidio, al momento, escluderebbe la legittima difesa secondo fonti della Procura citate dall’Ansa: pare infatti che nipote e marito della titolare siano scesi da casa con le forbici usate per uccidere Eros Di Ronza.

Gli inquirenti dovranno ascoltare alcuni connazionali del titolare cinese che sarebbero stati testimoni oculari.

Il bar dove si è consumato l’omicidio, in viale Giovanni da Cermenate, a Milano

In primis si dovrà stabilire se il rapinatore fosse armato o meno.

L’episodio avviene pochi giorni dopo la rapina finita in tragedia a Rozzano, con Manuel Mastrapasqua ucciso per un paio di cuffie.

Il silenzio della Lega di Matteo Salvini sull’omicidio di Milano

Non è passato inosservato il silenzio della Lega di Matteo Salvini, che negli ultimi anni ha portato avanti una battaglia sulla legittima difesa, soprattutto per i titolari di un’attività che reagiscono a una rapina.

Famosissimo, per esempio, lo schieramento del leader del Carroccio al fianco di Mario Roggero, condannato a 17 anni per aver ucciso due rapinatori a Grinzane Cavour.

Lo stesso Salvini ha anche difeso Cinzia Dal Pino, accusata di aver ucciso Said Malkoun investendolo più volte con il suo Suv dopo che l’uomo le aveva rubato la borsa: il vicepremier aveva dichiarato che “se non fosse stato un delinquente non sarebbe finita così“.

La sensazione, secondo molti utenti social, è che Matteo Salvini non sia intervenuto perché la vittima è un italiano con precedenti, mentre i presunti autori dell’omicidio sarebbero due cittadini di origini cinesi.

Cos’è la legittima difesa

La legittima difesa è disciplinata dall’articolo 52 del codice penale.

Di fatto, non è punibile chi commette un reato perché costretto dalla necessità di difendere se stesso o un’altra persona (così come i propri beni o quelli altrui), a patto che la difesa sia sempre proporzionata all’offesa.

L’articolo si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di un’attività commerciale.

Secondo il codice penale, è riconosciuta la legittima difesa a chi “compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere, con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone”.

Nel caso del titolare del bar, quindi, occorrerà capire in primis quanti fossero i ladri.

Dopodiché servirà ricostruire la dinamica della colluttazione, per capire se sia iniziata all’interno del locale per poi finire in strada, ma soprattutto se chi ha provato a portare a termine la rapina fosse armato.

Infine, sarà opportuno ricostruire da dove siano spuntate le forbici: ossia, se i baristi siano effettivamente scesi con quelle da casa o le abbiano recuperate, per esempio, all’interno del locale.

Fonte foto: ANSA

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