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Nuova tassa di soggiorno fino a 25 euro a notte: il Governo studia l'aumento, possibili novità già ad agosto

Il Governo studia la riforma per la nuova tassa di soggiorno, con tariffe dai 5 ai 25 euro per notte, in base al pregio della struttura ricettiva

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Il Governo sta preparando una nuova tassa di soggiorno più salata: la riforma potrebbe infatti vedere aumentare l’imposta, con un range che va da 5 a 25 euro, limite massimo riservato agli alberghi di lusso. Le modifiche potrebbero essere incluse in un decreto del Consiglio dei ministri il 7 agosto, con gli incassi destinati non solo al turismo, ma anche alla gestione dei rifiuti.

Nuova tassa di soggiorno allo studio: le tariffe aumentate

La revisione della tassa di soggiorno pensata dal Governo potrebbe vedere un’estensione dell’applicazione a tutti i Comuni, non limitandosi solo ai capoluoghi, alle città turistiche o ai centri d’arte.

La tassa, oltre ad aumentare, dovrebbe essere strutturata in modo diverso. Partirebbe da un minimo di 5 euro per pernottamenti sotto i 100 euro, arrivando fino a 25 euro al giorno per le strutture di lusso con tariffe superiori ai 750 euro a notte.


La nuova tassa di soggiorno potrebbe andare dai 5 ai 25 euro a notte

La nuova regolamentazione potrebbe essere inclusa in un decreto durante il Consiglio dei ministri previsto per il 7 agosto.

A cosa servirà l’aumento della nuova tassa di soggiorno

È previsto che i proventi della tassa di soggiorno non vengano utilizzati esclusivamente per il settore turistico, ma anche per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti.

Nel 2023 questa tassa ha generato un totale di 702 milioni di euro. Per le città più grandi, come Roma, dove il prelievo medio è di 5,5 euro (e arriva a 10 euro nelle strutture di lusso), ciò corrisponde a introiti annuali superiori ai 100 milioni di euro.

I pareri contrari

Le organizzazioni delle imprese turistiche hanno manifestato il proprio dissenso di fronte alla prospettiva degli aumenti sulla tassa di soggiorno, considerati controproducenti.

“C’è preoccupazione tra gli operatori di Confindustria Alberghi per le indiscrezioni di queste ore che vorrebbero in via di approvazione un nuovo testo sull’imposta di soggiorno nel prossimo Consiglio dei ministri” ha dichiarato la presidente Maria Carmela Colaiacovo.

“Sorprende che dopo mesi di dialogo proficuo e di confronto si proceda, invece, improvvisamente all’approvazione di un testo dove sembrerebbero venir meno alcuni dei capisaldi su cui si innestava la riforma in discussione” ha aggiunto.

Le fa eco Federalberghi, che teme un arresto della crescita per il settore. “Le imprese del turismo non condividono la proposta di aumentare ulteriormente l’imposta di soggiorno” si legge nella nota ufficiale.

“Il settore, che è tra i primi a contribuire alla crescita del Pil e dell’occupazione, ha da poco rinnovato il Contratto collettivo nazionale di lavoro, sobbarcandosi un onere rilevante. L’obiettivo comune dev’essere quello di sostenerne la crescita, non di frenarla.”

Fonte foto: iStock

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