Nicola Gratteri nominato procuratore di Napoli, ma nel Csm non tutti lo amano: perché è già stato criticato
Nicola Gratteri lascia Catanzaro dopo 7 anni e viene nominato procuratore di Napoli dal Csm: ma non tutti lo amano, ecco perché lo criticano
Il 65enne Nicola Gratteri è il nuovo procuratore di Napoli. Dopo 7 anni da capo dei pm a Catanzaro, infatti, uno dei simboli della lotta alla ‘ndrangheta è stato nominato dal Consiglio superiore della magistratura (Csm) alla guida della procura più grande d’Italia (9 aggiunti e 102 sostituti), con 19 voti. Il posto di procuratore di Napoli era scoperto da quasi un anno e mezzo, da quando Giovanni Melillo lo aveva lasciato per assumere l’incarico di capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. La nomina è stata accompagnata da diverse polemiche interne al Csm, col plenum spaccato.
Nicola Gratteri nominato con 19 voti
Gratteri ha ottenuto 19 voti, molti di più rispetto ai suoi avversari: la procuratrice aggiunta Rosa Volpe (8 voti), per un anno reggente a Napoli dopo l’addio di Melillo, e il procuratore di Bologna Giuseppe Amato (5 voti).
A votare per Gratteri:
- Fabio Pinelli, vicepresidente Csm;
- Luigi Salvato, procuratore generale della Cassazione;
- i laici di centrodestra;
- Ernesto Carbone: laico di Italia Viva;
- i consiglieri di Magistratura indipendente;
- Andrea Mirenda: indipendente;
- Antonino Laganà: Unicost (il resto del gruppo ha appoggiato Amato).
Per Amato hanno votato anche la presidente della Cassazione Margherita Cassano e il consigliere indipendente Roberto Fontana.
Per Volpe invece il gruppo di Area, Mimma Miele (Md) e il laico del Pd Roberto Romboli.
Le critiche a Gratteri
Nel corso del dibattito che ha preceduto il voto non sono però mancate le critiche al modo di interpretare il ruolo di procuratore da parte di Gratteri e al modo in cui intende operare alla procura di Napoli, espresso durante la sua audizione al Csm.
Gli si contestano alcune dichiarazioni, rilasciate anche in altre interviste, del tipo:
- “Se io consento e tollero che su 90 magistrati 20 non lavorano, allora la Procura non funziona. Quindi anche se tu fino adesso sei stato abituato o hai deciso di arrivare alle 10.30 di mattina, se vado io a Napoli tu non vieni alle 10:30 di mattina, devi arrivare alle 8:30 del mattino e poi ti riposi la domenica. Se vuoi fare Procura devi venire la mattina ed esci la sera, a meno che non sei in udienza“;
- “Giro nelle stanze e vado a trovare i magistrati, a trovare gli impiegati, a vedere cosa fanno e a ognuno faccio la tac, la risonanza magnetica per capire cosa sta facendo, se sta lavorando o non sta lavorando. Solo in questo modo riesco ad avere il controllo dell’ufficio e io questo lo voglio fare anche a Napoli“;
- “Ci sono tendenzialmente dei magistrati anziani, sostituti di 50-60 anni, ci sono molti che hanno finito la Dda e sono tornati all’ordinaria, quindi sono tendenzialmente depressi“.
La carriera di Nicola Gratteri
Nicola Gratteri è nato a Gerace, in provincia di Reggio Calabria, il 22 luglio 1958.
Terzo di cinque figli, dopo la maturità scientifica si è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Catania, finendo gli studi in quattro anni ed entrando in magistratura due anni dopo, nel 1986.
Figura di spicco della lotta alla ‘ndrangheta, vive sotto scorta dall’aprile 1989, dopo gli spari alla porta della sua fidanzata, avvisata anche la notte seguente “per dirle che avrebbe sposato un uomo morto”, ha raccontato lo stesso Gratteri in passato.
Intimidazioni successive alla prima indagine, che aveva provocato le dimissioni dell’assessore alla Forestazione e fatto cadere la Giunta regionale calabrese.
Prima sostituto procuratore a Locri, poi procuratore aggiunto al tribunale di Reggio Calabria (2009), quindi procuratore di Catanzaro (2016).
Nel 1993 è sfuggito a tre attentati nel giro in meno di un mese.
In carriera si è occupato di indagini come quella sulla faida di San Luca e la strage di Duisburg, fino ad arrivare all’operazione Rinascita-Scott che ha svelato intrecci tra politica, mafia e massoneria.
Ha contribuito alla cattura di circa 140 latitanti, alcuni dei quali inseriti nella lista dei 30 più pericolosi.
Prima di lasciare Catanzaro ha coordinato l’operazione Mastrale-Carthago, contribuendo all’arresto di 81 persone vicine alla ‘ndrangheta.