Neonati morti a Parma, la madre confessa di averli uccisi entrambi: si sospetta che sia stata aiutata
La madre dei neonati rinvenuti morti nel giardino di una villetta in provincia di Parma ha confessato: ha ucciso e seppellito anche il secondo bambino
La madre dei neonati trovati morti a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, ha confessato: è stata lei ad uccidere il secondo bimbo rinvenuto nel giardino della sua abitazione di via Baietta. La vicenda è ancora un contenitore di tantissimi dubbi, sia sulle modalità con le quali si sarebbe consumato il doppio infanticidio, sia sugli accorgimenti che la ragazza avrebbe adottato per nascondere la gravidanza. Per ben due volte a distanza di un anno.
- La confessione di Chiara Petrolini
- Le ricerche su Internet
- I dubbi sul caso dei neonati trovati morti a Parma
- L'ipotesi di un complice e il punto delle indagini
La confessione di Chiara Petrolini
Nella serata di martedì 17 settembre Chiara Petrolini ha confessato di essere responsabile della morte e dell’occultamento del secondo neonato rinvenuto nel suo giardino. Una storia in cui la parola “secondo” è riferita solo all’ordine cronologico del rinvenimento, perché in realtà i resti emersi dalla terra venerdì 13 settembre appartengono al primogenito.
Anche in questa occasione, quindi, la studentessa avrebbe agito completamente da sola, ma le indagini non si fermano. Nella mattina di martedì 17, infatti, i Ris dei carabinieri sono ritornati nella villetta per effettuare nuovi rilievi. Durante le operazioni di scavo erano presenti Nicola Tria, l’avvocato della 22enne, e il sostituto procuratore Francesca Aienti.
A stringere Chiara nella morsa degli indizi sono stati i dati oggettivi ottenuti dagli inquirenti. L’esame del Dna condotto sui resti del secondo bambino ha dato esito positivo: la madre è la 22enne. Incalzata dagli investigatori, la studentessa ha ammesso di essere la genitrice anche del “secondo” bambino.
Per il momento non è dato sapere se il bimbo a cui appartengono quelle ossa sia nato vivo come il fratellino riportato alla luce il 9 agosto scorso. Ancora, a inchiodare Chiara Petrolini alle sue responsabilità sono state le perizie effettuate sul suo telefonino.
Le ricerche su Internet
Prima del rinvenimento, Chiara Petrolini avrebbe effettuato ricerche oltremodo specifiche su Internet. Tra queste, avrebbe digitato su Google: “Come si partorisce il secondo figlio?”. E ancora: “Come abortire il secondo figlio?”. Le ricerche web e il Dna, quindi, hanno chiuso il cerchio.
I dubbi sul caso dei neonati trovati morti a Parma
Come già detto, sono ancora tanti i punti oscuri della vicenda che oggi, e per un vezzo di cronaca e per risonanza da una voce di popolo, viene indicata come “villetta degli orrori“, “giardino dei bambini sepolti” o “cimitero dei neonati“. In primo luogo, per ben due volte Chiara Petrolini avrebbe nascosto la gravidanza. La sua famiglia, il fidanzato, gli amici: nessuno sarebbe stato al corrente che la 22enne fosse in stato interessante. Soprattutto, gli stessi inquirenti sottolineano che le tre categorie di conoscenze appena citate sarebbero risultati estranei ai fatti.
In secondo luogo, secondo le notizie, in entrambi i casi Chiara Petrolini avrebbe partorito da sola. È possibile che nel bagno della villetta fossero completamente sparite le tracce del parto? L’8 agosto, un giorno dopo l’infanticidio e l’occultamento del cadavere, la studentessa è partita a New York insieme alla famiglia. Realmente la ragazza non si trovava in sofferenza, dopo aver sottoposto il suo corpo allo stress di un parto indotto e al trauma di un omicidio con seppellimento del corpo?
Il padre del primogenito – rinvenuto in uno stato scheletrico il 13 settembre – è lo stesso del secondogenito, rinvenuto il 9 agosto? Infine, ma non per minore importanza: perché tutto questo?
L’ipotesi di un complice e il punto delle indagini
Martedì 17 settembre, dopo quattro ore di rilievi, i Ris di Parma hanno portato via almeno sei involucri di plastica contenenti sia reperti che attrezzature per giardino. Secondo Repubblica, gli inquirenti vogliono scoprire se in quei sacchetti ci siano altre impronte oltre a quelle di Chiara Petrolini che, ribadiamo, ha riferito di aver fatto tutto da sola.
I più, dal sindaco di Vignale di Traversetolo alla madre del fidanzato, pensano che sia impossibile che la 22enne abbia fatto tutto da sola, ma saranno le indagini a stabilirlo. Nel frattempo le analisi più approfondite sono state assegnate al laboratorio Labanof di antropologia e odontologia forense dell’Università degli Studi di Milano. Attualmente Chiara, indagata a piede libero per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, potrebbe trovarsi a Parma insieme ai genitori presso alcuni parenti.
Alcune settimane fa il Gip ha rigettato la richiesta di carcerazione da parte della Procura della Repubblica di Parma, ma la confessione della 22enne potrebbe cambiare le cose.