NOTIZIE
SOCIAL NEWS

Spot delle patatine Amica Chips accusato di blasfemia per la scena dell'ostia, chiesta la sospensione

Lo spot di Amica Chips accosta le patatine all'ostia e fa infuriare l'associazione dei telespettatori cattolici che ne chiede l'immediata sospensione

Pubblicato: Aggiornato:

Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

Una patatina del brand Amica Chips al posto dell’ostia nello spot mandato in onda in tv manda su tutte le furie l‘associazione di telespettatori cattolici Aiart che ha chiesto l’immediata sospensione della pubblicità. Accusato di blasfemia, il corto offenderebbe “la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti”.

La patatina-ostia che fa arrabbiare i cattolici

A far imbufalire l’Aiart è stato lo spot ideato dall’agenzia Lorenzo Marini Group per la nota marca di patatine. A non piacere, infatti, è l’accostamento “oltraggioso” tra la patatina e l’ostia all’interno della pubblicità.

Scene che hanno addirittura portato l’associazione a chiedere l’intervento dell’istituto di Autodisciplina pubblicitaria, con l’obiettivo di bloccarlo.

Lo spot delle patatine Amica Chips

A far accendere le polemiche sono 30 secondi di pubblicità in cui viene “esaltata” la patatina del noto brand Amica Chips.

La scena accusata, infatti, si svolge in chiesa con una suora che non riesce a trovare le ostie nel tabernacolo. Non avendo altro a disposizione, rimedia con una manciata di patatine che aveva con sé.

Il clou è quando il sacerdote comincia a dare la comunione alle novizie in fila davanti a lui. La prima, infatti, sgrana gli occhi dopo aver sentito un inaspettato suono croccante, arrivato appunto dalla patatina.

Accuse di blasfemia e richiesta di sospensione

Le immagini, come detto, non sono andate a genio all’Aiart che considera “oltraggioso” lo spot perché “banalizza l’accostamento tra patatina e la particola consacrata”.

L’Aiart ha dunque segnalato lo spot all’istituto di Autodisciplina pubblicitaria, con l’obiettivo di bloccarlo perché contrario agli articoli 1 e 10, lealtà della comunicazione “convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona, del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale”.

“L’offesa al sentimento religioso di qualunque confessione è la spia della mancanza di rispetto nei confronti degli utenti, della loro identità culturale e morale, della loro dignità di persona” sottolinea l’associazione di telespettatori cattolici tramite il proprio presidente Giovanni Baggio.

L’accusa, infatti, è quella di aver cercato di “strappare un applauso ad un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi” utilizzando l’ormai nota tecnica del “purché se ne parli”.

La reazione sui social

Come tutti gli spot e i casi pubblicitari più discussi, anche il web ha detto la sua. Sui social, infatti, la pubblicità ha diviso gli utenti, tra chi considera il corto “memorabile” e altri che invece condividono la posizione dell’Aiart.

“Elegante e memorabile” il commento di uno, un altro, invece, provoca: ““Provate se avete il coraggio a sfottere Maometto e vediamo che succede“.

Fonte foto: iStock/Instagram

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963