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CRONACA NERA

Nel processo d'appello ai fratelli Bianchi la difesa sostiene che si è voluto "creato un mostro a due teste"

Nel processo d'appello per la morte di Willy Monteiro Duarte la difesa ritiene inconsistenti le deposizioni che hanno portato alla condanna degli imputati

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La sentenza di primo grado che ha visto la condanna all’ergastolo di Marco Bianchi e Gabriele Bianchi è “meritevole di censura”, secondo quanto detto dalla difesa nel processo d’appello. E non solo: su tutto il processo avrebbe fatto sentire la sua ombra la prepotente presenza dei mass media.

Willy Monteiro Duarte morto a Colleferro per un pestaggio

Il 20enne Willy Monteiro Duarte venne ucciso in un pestaggio a Colleferro la sera del 6 settembre 2020.

Per la sua morte sono stati condannati, oltre ai fratelli Bianchi, anche gli amici Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, ai quali sono state comminate rispettivamente pene per 23 e 21 anni.

La difesa dei fratelli Bianchi

Nella sua arringa di fronte alla corte d’assise d’appello Vanina Zaru, legale di Marco Bianchi, ha criticato sia l’impianto del processo che quello della sentenza: “La sentenza di primo grado ha creato un mostro a due teste, i fratelli Bianchi, ma un’aula di tribunale non deve servire a creare un mostro”.

In aula i quattro imputati e la madre di Willy. “La sentenza della Corte d’Assise di Frosinone, meritevole di censura, ha voluto dare una risposta al dolore per una tragedia con un’altra tragedia”, ha detto l’avvocata.

4 luglio 2022 – I giudici della Corte di Assise di Frosinone durante la lettura del dispositivo di condanna dei fratelli Bianchi.

La sentenza, nelle sue motivazioni, ha parlato di una vera e propria “furia cieca” e ha ricostruito la sequenza di colpi di arti marziali che massacrarono Willy.

Le testimonianze di tutto il processo non riescono a provare la colpevolezza di nessuno dei quattro imputati. I testi hanno detto ognuno una cosa diversa e la sentenza ne ha preso un pezzo da ognuno”.

“Ma a fronte di condanne così severe – ha sottolineato l’arringa della legale – le prove devono essere granitiche”.

La legale di Marco Bianchi contro i media

Poi un attacco ai mass media: “Questo processo ha spersonalizzato Marco Bianchi, chiamato solo come uno dei fratelli Bianchi”.

Una stoccata in particolare è stata rivolta all’informazione online: “Sui siti gli articoli su questa vicenda fanno molte più visualizzazioni se ci sono le immagini dei fratelli Bianchi piuttosto che le foto di Willy”.

“Questo perché – ha sostenuto la legale – si è voluto creare un mostro”.

L’arringa difensiva, dunque, conferma l’impianto già espresso lo scorso dicembre.

E a dicembre i fratelli Bianchi hanno ricevuto avvisi di garanzia con l’accusa di aver picchiato Samuele Cenciarelli, un amico di Willy che provò a difenderlo la notte dell’omicidio.

Fonte foto: IPA/Facebook

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