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Naufragio Cutro, 6 indagati tra Guardia Costiera e GdF per soccorsi in ritardo: la strage "si poteva evitare"

Tragedia del naufragio a Cutro, ci sono sei indagati: quattro finanziari e due militari della Guardia costiera

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Quattro finanziari e due militari della Guardia costiera sono le persone indagate a carico delle quali il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Pasquale Festa, ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sui ritardi nei soccorsi al caicco “Summer Love”, pieno di migranti, il cui naufragio, a Steccato di Cutro, causò la morte di 94 persone, tra cui 34 bambini, e un numero imprecisato di dispersi. La tragedia avvenne nella notte del 26 febbraio 2023.

Naufragio di Cutro, gli indagati di Guardia Costiera e GdF

I reati ipotizzati a carico dei sei indagati sono naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.

Le persone della Gdf indagate sono:

  • Giuseppe Grillo, capo turno della sala operativa del Comando provinciale di Vibo Valentia della Guardia di finanza e del Roan, il Reparto operativo aeronavale delle fiamme gialle;
  • Alberto Lippolis, comandante del Roan di Vibo Valentia.

Gli altri quattro indagati sono:

  • Antonino Lopresti, ufficiale in comando e controllo tattico nel Roan di Vibo Valentia;
  • Nicolino Vardaro, comandante del gruppo aeronavale di Taranto;
  • Francesca Perfido, ufficiale di ispezione in servizio nel Centro di coordinamento italiano di soccorso marittimo di Roma;
  • Nicola Nania, ufficiale di ispezione nel centro secondario di soccorso marittimo di Reggio Calabria.

La reazione del ministro Piantedosi

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato “la dedizione di tutti gli appartenenti alla Guardia di finanza e alla Capitaneria di porto che, quotidianamente, profondono il massimo impegno nella straordinaria opera di salvataggio di vite umane e nel contrasto ai trafficanti di esseri umani”.

Poi, il titolare del Viminale ha aggiunto di essere “certo che nel prosieguo del procedimento giudiziario gli operatori di Crotone dimostreranno la loro estraneità rispetto a ogni possibile responsabilità relativa al naufragio di Cutro. Auspico che anche per i servitori dello Stato valga il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva“.

La dinamica del naufragio

La strage di Cutro si è verificata nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023. Il caicco andato distrutto era partito dalla Turchia e, secondo le testimonianze, aveva a bordo almeno 180 migranti.

L’imbarcazione si arenò su una secca a poche decine di metri dalla costa di Steccato di Cutro, nella zona della foce del fiume Tacina.

L’impatto con la secca espose il mezzo già in condizioni precarie alla violenza delle onde del mare tra forza 4 e forza 5. Il moto ondoso distrusse il natante.

Il drammatico bilancio della strage

Il bilancio fu tragico: 94 morti accertati, oltre a un numero imprecisato di dispersi. Secondo i rapporti ufficiali 34 vittime sono uomini, 26 sono donne e 34 minori (21 sono maschi e 13 femmine di cui 31 sotto i 14 anni).

Tra le persone decedute, Shahida Raza, un’ex giocatrice di hockey su prato pakistana, e la giornalista afgana Torpekai Amarkhel, attivista dei diritti umani per l’Onu.

Fonte foto: ANSA

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