Napoli, bimbo caduto dal balcone: la spiegazione sul video misterioso
L'avvocato della famiglia del piccolo Samuele ha chiarito alcuni punti della vicenda
Domenico De Rosa, l’avvocato che assiste Giuseppe Gargiulo e Carmen Razzano, il papà e la mamma del piccolo Samuele, precipitato venerdì 17 dal balcone della sua abitazione in via Foria a Napoli, ha incontrato i cronisti per chiarire alcune questioni.
Le parole dell’avvocato della famiglia del piccolo Samuele
Queste le sue parole riportate dal ‘Corriere della Sera’: “I genitori di Samuele non vogliono vendetta nei confronti di Mariano Cannio, il domestico accusato di omicidio, ma vogliono la verità. Vogliono capire perché è successo”.
L’avvocato ha anche detto: “I rapporti tra la famiglia Gargiulo e Mariano Cannio erano di estrema normalità. Mi risulta che da anni lui si dedicava a lavori in casa Gargiulo e in tante altre case, anche di loro parenti. La mamma di Samuele, incinta di 8 mesi, necessitava di una mano. Cannio era una persona talmente riservata e tranquilla, che mai la famiglia di Samuele avrebbe immaginato potesse essere capace di un gesto così atroce. Il piccolo non era affidato a lui, che doveva occuparsi solo delle pulizie”.
A proposito della certificazione di disturbi psichici presentata da Mariano Cannio agli inquirenti, De Rosa ha affermato: “I signori Gargiulo non avevano alcuna contezza della sua schizofrenia. Il senso di riservatezza e tranquillità che Mariano mostrava era un motivo in più per continuare ad affidargli le pulizie in presenza di una signora incinta e di un bimbo di 4 anni”.
Morte Samuele: la spiegazione sul misterioso video
Infine, l’avvocato Domenico De Rosa ha tentato di far chiarezza su un video pubblicato nelle ore immediatamente successive alla morte del piccolo Samuele, che ritrae il bambino mentre dice “Ti butto giù”.
La spiegazione del legale: “Non sappiamo come il video sia finito in rete, di certo va contestualizzato. Si tratta di un filmato che risale perlomeno a 2 anni fa, completamente scollegato da quello che è successo. Sono meccanismi mentali di chi associa quel video alla tragedia e che spingono a ipotizzare questo e quello, le cose più incredibili”.