Mottarone, prosegue l'inchiesta: l'ipotesi di altri indagati
Dopo i tre fermi nella notte, vanno avanti le indagini sull'incidente sulla funivia del Mottarone, costato la vita a 14 persone
Potrebbero presto esserci nuovi indagati nell’inchiesta della procura di Verbania sulla strage della funivia del Mottarone. Dopo le tre persone fermate nella notte, riporta l’Ansa, gli inquirenti stanno valutando la posizione di altre persone, anche in vista della consulenza tecnica che verrà disposta con la forma dell’accertamento irripetibile.
Secondo quanto ricostruito finora, l’incidente di domenica costato la vita a 14 persone è stato causato dalla rottura del cavo trainante della funivia e dalla mancata attivazione dei freni d’emergenza della cabina.
Le cabine sono dotate di freni di emergenza, delle ganasce che bloccano il cavo portante in caso di guasti o incidenti. Per inibire l’attivazione del freno durante la manutenzione di routine sono presenti due forchettoni che bloccano l’attivazione delle ganasce.
I forchettoni vanno tolti quando la funivia è in servizio, ma in questo caso sarebbero stato lasciati, come mostrato da un video dei vigili del fuoco acquisito dagli inquirenti.
Il primo forchettone era stato ritrovato dagli inquirenti ancora inserito, mentre il secondo, probabilmente volato via durante lo schianto, è stato trovato mercoledì mattina nella zona dell’incidente.
Secondo Olimpia Bossi, la procuratrice di Verbania titolare dell’inchiesta, i forchettoni che impediscono l’attivazione dei freni di emergenza sarebbero stati inseriti per volontà delle tre persone fermate nella notte: Luigi Nerini, proprietario della società che gestisce l’impianto, il direttore e il capo operativo del servizio.
Si tratterebbe di una scelta deliberata per ragioni economiche, un “gesto materialmente consapevole” per “evitare disservizi e blocchi della funivia”, che da quando aveva ripreso servizio, presentava “anomalie”.
“Per quello che ci risulta oggi – ha detto la pm – il forchettone è stato inserito più volte, non sono in grado di dire se in maniera costante o solo quanto si verificavano questi difetti di funzionamento. Certamente domenica non è stato il primo giorno e questo è stato ammesso”.
È ancora tutto da chiarire invece l’altro fattore che ha causato la tragedia, la rottura del cavo trainante. Le indagini della procura proseguono. Bossi ha spiegato che “in questo momento non abbiamo elementi per ritenere i due fatti collegati o reciprocamente collegati”.
“Sulla fune – ha aggiunto – non possiamo avanzare ipotesi: siamo sempre in attesa delle verifiche tecniche di cui parlerò con il consulente tecnico che arriverà domani”.