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Morto il generale Franco Monticone: il suo nome fu legato al caso "Lady golpe"

Al Celio è deceduto il generale Franco Monticone. Nato ad Asti nel 1940, fu comandante Folgore

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

All’ospedale militare del Celio, è morto il generale Franco Monticone. Nato ad Asti nel 1940, Monticone è stato il comandante del IX battaglione d’assalto paracadutisti Col Moschin e della brigata paracadutisti Folgore.

Monticone e il caso “Lady golpe”

Il nome di Monticone fu al centro delle cronache giudiziarie del caso giudiziario ‘Lady golpe’, nato dalle rivelazioni di Donatella Di Rosa su un presunto colpo di stato a cavallo degli anni Ottanta e Novanta. Le dichiarazioni Di Rosa furono giudicate infondate: parlò di un presunto golpe che sarebbe stato progettato da alcuni militari, tra cui l’allora marito, il colonnello Aldo Michittu.

La nota della famiglia

“Questa sera il Generale C.A. Franco Monticone, circondato dalla moglie Maria Grazia, i figli Erika, Erwin e gli affetti più cari, è andato avanti, tornando alla casa del Padre. A breve comunicheremo data e luogo delle esequie alla grande famiglia dei Paracadutisti e degli Incursori”, si legge in un messaggio della famiglia.

Il ricordo dei colleghi

“Un grande comandante del Col Moschin, l’uomo che lo fatto diventare la realtà che è poi diventato adesso. Un paracadutista vero, uno che sempre aiutato i propri collaboratori, mai chiamati dipendenti. Si sapeva proporre come amico, anche se era un comandante inflessibile, molto esigente”. È il ricordo che il generale Marco Bertolini, già comandante del Coi, ha affidato all’Adnkronos del generale Monticone.

Sempre all’Adnkronos ha parlato il generale Raffaele Iubini, che con Monticone è stato nel IX Col Moschin: “È stato mio comandante in buona parte della mia vita militare. Per me una grandissima perdita affettiva, grande uomo, comandante, grande carisma, gli aggettivi si sprecano per un uomo così. È arrivato alla fine, e immagino dispiaccia a tutti”.

E ancora: “Amato dai subordinati, dai sottoufficiali e dagli ufficiali, dalla truppa. È difficile trovare un uomo che avesse grandezza come essere umano e che fosse un magnete come lui per gli affetti. Una persona fuori dal comune. Mi resta l’insegnamento che mi ha dato, non solo di cose professionali ma anche delle cose della vita. Porto con me un bellissimo ricordo, è stato uno dei più grandi comandanti che io abbia mai avuto”.

Enrico Pollini lo ha salutato con un lungo post pubblicato su Facebook: “Il Generale di C.A (ris) paracadutista ed incursore Franco Monticone è andato avanti… e lo piango. Ho avuto la fortuna nei miei 3 anni di comando della 15^ cp “Diavoli Neri” di avere sempre il Generale Monticone quale Comandante di Brigata: anche lui aveva comandato la 15^ e quindi manifestò subito la sua vicinanza alla Compagnia. In pratica per 3 anni non me ne sono persa una. Eravamo sempre in ballo e mi ha insegnato tantissimo!”

“Mi piombava all’improvviso in addestramento – ha aggiunto Pollini – e quando c’era da apprezzare lo diceva schiettamente come quando c’era da correggere. Ed allora vedevo pericolosamente il suo sigaro avvicinarsi al mio viso!”.

E ancora: “Ed era anche pronto a discutere, lui, Generale espertissimo, con me su modi e modalità di svolgere un addestramento partendo dal presupposto che dopo che facevi bene quello che lui voleva – ed era molto esigente – potevi allora proporre, parlare con Lui di modalità diverse, dimostrare le tue idee e se giuste le apprezzava subito e ne traeva spunto: chiamava i Comandanti di Compagnia della Brigata i suoi “mastini della guerra” e dovevamo guadagnarci questo suo appellativo!”

“In Iraq – ha proseguito Pollini – durante l'”Operazione Airone” mantenne la Sua abitudine di venire a trovare la Compagnia e me lo vedevo arrivare di sorpresa, solo con una AR e senza scorta, sulle nostre posizioni avanzate, nelle buche. E una volta mi disse: “Diavolo (nominativo di tutti i Cti della 15^cp) prendiamoci un caffe della raz.K (altro non c’era…), quando sto con voi sono contento. Vedo che siete preparati e decisi, ho visto lo schema difensivo (su un cartone attaccato sul muro di una casa diroccata che utilizzavo come Posto Comando di Cp) ben fatto! Segno che a forza di ca…iarti hai capito bene quello che dovevi fare!”. Era fatto così, ma lo avrei seguito all’inferno se necessario!”

“Ci siamo rincontrati tante volte in servizio e dopo per Lui ero sempre Diavolo e Lui per me il mio Comandante. Ora ha fatto l’ultimo lancio e ci aspetta al riordinamento. E, come diciamo noi Diavoli Neri, “ci riordineremo all’Inferno e Belzebù già trema!”. Agli ordini Comandante! Diavoli!! FOLGORE!!”, ha concluso Pollini.

Fonte foto: Facebook

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