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Monsignor Carlo Maria Viganò scomunicato dal Vaticano per scisma: "Rifiutava di riconoscere il Pontefice"

Il Vaticano ha scomunicato monsignor Carlo Maria Viganò con l'accusa di delitto riservato di scisma. I motivi della decisione e le conseguenze

Pubblicato:

Luca Mastinu

GIORNALISTA

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Dopo le prime rivelazioni del mese di giugno, il Vaticano ha scomunicato monsignor Carlo Maria Viganò per delitto riservato di scisma su decisione del Dicastero della Dottrina della Fede. La decisione è stata presa giovedì 4 luglio 2024. Brevemente, secondo la Santa Sede il monsignore si sarebbe rifiutato di riconoscere il Sommo Pontefice e di sottomettersi al suo ruolo istituzionale nel contesto delle mura leonine. Pertanto, venerdì 5 luglio Viganò è stato informato sull’esito del processo extragiudiziale a suo carico.

Monsignor Viganò scomunicato dal Vaticano

Alla fine della partita, è arrivato l’esito del processo extragiudiziale a carico di monsignor Carlo Maria Viganò. La decisione è stata presa latae sententiae – in parole povere, senza alcun legame a dichiarazioni del soggetto interessato bensì in riferimento a un delitto fattuale – dal Dicastero della Dottrina della Fede giovedì 4 luglio.

La comunicazione è arrivata all’ex nunzio apostolico venerdì 5 luglio. Secondo il Dicastero, Viganò si sarebbe macchiato del delitto riservato di scisma dal momento in cui si è rifiutato di riconoscere e sottomettersi alla figura del Sommo Pontefice attualmente in carica, ovvero Papa Francesco.

Monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, è stato scomunicato dal Vaticano con l’accusa di delitto riservato di scisma

Nella nota del Dicastero riportata da Vatican News si legge che la decisione presa contro Carlo Maria Viganò rappresenta una “pena medicinale“, ovvero un invito “al ravvedimento” nell’attesa di “un ritorno della persona alla comunione”.

La scomunica comporta il divieto per Viganò di celebrare Messa e sacramenti, la ricezione degli stessi e l’amministrazione dei sacramentali. L’ex nunzio apostolico non potrà nemmeno partecipare come parte attiva nelle funzioni appena elencate, tanto meno nel contesto di altre cerimonie di tipo liturgico. Gli è fatto divieto, inoltre, di esercitare funzioni ecclesiastiche in uffici e ministeri, anche in termini di incarichi.

Perché l’ex nunzio apostolico è stato accusato di scisma

Perché il Dicastero ha scomunicato monsignor Carlo Maria Viganò? Secondo Vatican News, l’ex nunzio apostolico è responsabile di “affermazioni pubbliche dalle quali risulta il rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice“. Lo stesso rifiuto sarebbe stato rivolto ai “membri della Chiesa a lui soggetti” e all'”autorità magisteriale del Concilio Ecumenico Vaticano II“.

Il 20 giugno 2024 lo stesso monsignor Viganò ha reso pubblica la sua convocazione presso il Dicastero che gli aveva dato tempo fino al 28 giugno per presentarsi presso l’ex Sant’Uffizio con una memoria difensiva e un avvocato difensore, ma il religioso non avrebbe rispettato i tempi.

Le rivendicazioni e le accuse contro Papa Francesco

Dopo la convocazione presso il Dicastero, lo stesso Viganò aveva reso pubbliche alcune dichiarazioni in merito al processo a suo carico. Ad esempio, l’ex nunzio aveva considerato “un motivo di onore” le accuse della Santa Sede, alla quale si è dimostrato inviso specialmente da quando è iniziato il mandato di Bergoglio.

Viganò aveva scritto: “Non è un caso che l’accusa riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II”, quest’ultimo considerato “cancro ideologico, teologico, morale e liturgico”. Secondo il monsignore, inoltre, la Chiesa di oggi si collocherebbe “in evidente discontinuità e rottura con tutti i Papi della storia e con la Chiesa di Cristo”.

Contro Papa Francesco, inoltre, aveva mosso l’accusa di aver coperto Theodore McCarrick, il cardinale americano accusato di essere un abusatore di seminaristi. Per questo motivo Viganò ne chiedeva le dimissioni. Nel tempo sarebbe venuto fuori che le accuse contro il Papa risultavano infondate.

Fonte foto: ANSA

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