Minacciato di morte il 56enne che ha ucciso l'orsa Amarena: "Non dormo e non mangio più, telefonate continue"
Andrea Leombruni, l'uomo di 56 anni che ha ammesso di aver ucciso l'orsa Amarena, ha confessato di temere per la sua incolumità e della sua famiglia
L’uomo accusato di aver ucciso brutalmente l’orsa Amarena, Andrea Leombruni, ha ricevuto un avviso di garanzia dalla procura per il reato di uccisione di animale per crudeltà o senza necessità. Il 56enne ha sparato all’orsa nella notte fra giovedì 31 agosto e venerdì 1 settembre: dopo essersi preso la responsabilità per la morte dell’animale, l’indagato ha dichiarato che ora teme per la sua vita e quella della sua famiglia a causa delle minacce ricevute.
Minacciato di morte
Andrea Leombruni è ufficialmente indagato per aver ucciso l’orsa Amarena in un atto immotivato e crudele. Le parole dell’indagato, che ha ammesso il suo coinvolgimento nell’incidente, rivelano il peso che l’episodio ha avuto sulla sua vita.
Il 56enne ha dichiarato di non dormire, non mangiare e di vivere nel terrore a causa delle minacce di morte ricevute. Leombruni teme anche per la sua famiglia, che subisce di riflesso un’accusa pubblica implacabile.
Gli accertamenti in corso
Nel frattempo si prosegue con tutti gli accertamenti del caso. Si attendono i rapporti dell’esperto di balistica nominato dal pm Maurizio Maria Cerrato, utili a determinare con precisione la traiettoria del colpo di fucile che ha portato alla morte dell’orsa Amarena.
L’esame autoptico sulla carcassa dell’orsa sarà eseguito presso l’Istituto zooprofilattico regionale, sede di Avezzano. Inoltre, i legali di Leombruni avranno la possibilità di nominare consulenti per la necroscopia e gli accertamenti balistici.
La difesa
Andrea Leombruni ha denunciato le numerose minacce di morte ricevute, alcune delle quali molto inquietanti. La linea degli avvocati dell’indagato segue l’ipotesi che il colpo sia partito istintivamente.
“Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più” ha confessato Leombruni. “Ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85 enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna”.
Nella zona in cui è avvenuto l’incidente, i carabinieri sono presenti per garantire la sicurezza dell’indagato e della sua famiglia.
La cattura dei cuccioli
Parallelamente, continua la ricerca dei cuccioli dell’orsa uccisa. Gli sforzi congiunti di Forestali e Guardiaparco sono stati ostacolati dalla giovane età dei piccoli, che li rende difficili da narcotizzare. L’arrivo di numerosi curiosi sul luogo dell’evento complica ulteriormente l’operazione di cattura.
Un appello è stato lanciato per chiedere a tutti di non interferire con le squadre che lavorano per prelevare i cuccioli in sicurezza. Un team composto da carabinieri forestali, guardia parco, veterinari ed esperti sta pianificando un tentativo di cattura utilizzando reti, operazione che sarà possibile solo dopo il calare del buio.
Nel frattempo, un primo tentativo di prelevare i cuccioli è stato infruttuoso a causa della presenza di odori multipli che potrebbero aver spaventato i giovani esemplari.