La malattia del Congo spaventa l'Italia, a Lucca paziente con sintomi simili: Nas d'urgenza in ospedale
Malattia del Congo, scatta l'allarme a Lucca: paziente presentava sintomi simili alla patologia sconosciuta, Nas d'urgenza in ospedale
All’ospedale San Luca di Lucca, nei giorni scorsi, è stato curato un paziente che ha manifestato sintomi simili a quelli della misteriosa malattia che sta circolando in Congo e che ha già causato decine di vittime. Lo ha reso noto Maria Rosaria Campitiello, Capo dipartimento della prevenzione del ministero della Salute. In questo momento i Nas stanno eseguendo degli accertamenti per prelevare campioni che saranno poi esaminati attentamente.
- Lucca: "Paziente presentava sintomi simili a quelli della malattia del Congo"
- Nas d'urgenza a Lucca: prelevati campioni per analisi approfondite
- La situazione in Congo, cosa sappiamo
Lucca: “Paziente presentava sintomi simili a quelli della malattia del Congo”
L’uomo curato presso la struttura sanitaria di Lucca era rientrato dal Congo da poco. Ricoverato nei giorni scorsi, è già stato dimesso.
L’allarme, però, è scattato in quanto il paziente presentava “sintomatologia influenzale potenzialmente riconducibile a quella descritta negli ultimi giorni nel Paese africano”, ha rivelato Maria Rosaria Campitiello.
Fonte foto: ANSA
Il paziente è stato preso in cura dal 22 novembre al 3 dicembre, giorno in cui è stato dimesso perché guarito.
Nas d’urgenza a Lucca: prelevati campioni per analisi approfondite
Nella mattinata di domenica 8 dicembre, l’ospedale di Lucca ha informato l’Istituto superiore di Sanità che sta tenendo monitorata con particolare attenzione la situazione.
Il ministero sta svolgendo tutti gli accertamenti del caso: i Nas stanno andando d’urgenza all’ospedale per prelevare i campioni che saranno analizzati dall’Istituto superiore di Sanità di Roma.
La situazione in Congo, cosa sappiamo
Nel frattempo continua a destare particolare preoccupazione la patologia sconosciuta che sta colpendo diversi cittadini congolesi. A oggi rimangono sconosciute le cause delle infezioni.
Nelle aree più colpite sono stati inviati dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, anche medici specializzati con l’obbiettivo di comprendere l’origine della malattia e in che modo si trasmette.
Nelle scorse ore, ha reso nota la sua testimonianza Claudio Scatola, operatore sanitario campano di 47 anni che è da poco rientrato in Italia dopo essere stato nella provincia di Kwango, l’area maggiormente flagellata dalla patologia sconosciuta.
“Muoiono soprattutto i ragazzi tra i 15 e i 18 anni, non si capisce perché. A quell’età il corpo dovrebbe essere più forte. È inspiegabile”, ha raccontato Scatola, come riferito dal Corriere della Sera. L’allerta rimane alta, si teme che la malattia possa diffondersi anche al di fuori del Paese africano.
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