Minacciata la famiglia di Lionel Messi con spari contro un supermercato: lasciato un biglietto al calciatore
Grave atto intimidatorio in Argentina contro la famiglia della moglie di Lionel Messi, Antonella Roccuzzo. Minacce anche allo stesso calciatore
Spari e minacce alla famiglia di Lionel Messi. Un supermercato della famiglia di Antonella Roccuzzo, la moglie dell’attaccante del Paris Saint Germain, è stato attaccato con colpi di arma da fuoco a Rosario, in Argentina. Gli attentatori avrebbero lasciato sul posto un bigliettino con una minaccia diretta allo stesso calciatore.
Spari contro un supermercato
Il grave atto intimidatorio è avvenuto all’alba di giovedì 2 marzo a Rosario, città dove Lionel Messi è nato. Secondo quanto riportano i media locali, 14 colpi di arma da fuoco sono stati sparati contro la facciata di un supermercato di proprietà della famiglia Roccuzzo.
I proiettili avrebbero colpito le finestre dell’edificio. A sparare sarebbero state due persone a bordo di una moto, riprese dalle telecamere di sorveglianza della zona.
Minacce a Messi e alla sua famiglia
Secondo quanto emerso, i malviventi hanno lasciato sul posto un biglietto con un messaggio di minacce diretto allo stesso Messi: “Messi ti stiamo aspettando, Javkin è un narco, non ti proteggerà”. Il riferimento è a Pablo Javkin, sindaco di Rosario.
Sulla vicenda sta indagando la polizia, sono in corso accertamenti sulla scena dell’attentato. La città di Rosario è nota in Argentina per la diffusa presenza della criminalità organizzata legata al traffico di droga.
Il sindaco: “Famiglia Roccuzzo preoccupata”
Oltre a Lionel Messi, che ha guidato la nazionale argentina in Qatar alla vittoria del terzo Mondiale, nel messaggio minatorio viene chiamato in causa anche il sindaco di Rosario, Pablo Javkin.
“La famiglia Roccuzzo è preoccupata, vorrebbero solo lavorare – ha detto il sindaco ai media locali – Voglio qui il presidente e il ministro della sicurezza, oltre al governatore. Questo gesto è molto infido, già 20 giorni fa era accaduto in questa zona”.