Michele Santoro e la staffetta per la pace tra Russia e Ucraina: ipotesi di un nuovo partito, chi lo appoggia
Il giornalista ha presentato il flashmob pacifista, che si terrà il 7 maggio: "Già migliaia le adesioni. Se diventeremo partito? Per ora no”
Torna a parlare il giornalista Michele Santoro, che ha presentato la sua staffetta per la pace, autodefinitasi “una staffetta dell’umanità da Aosta a Lampedusa per unire l’Italia contro la guerra, per riaccendere la speranza”. Già migliaia le adesioni, e sulla possibilità di diventare un partito Santoro ci va cauto: “Per ora no, decideremo noi quando”.
La staffetta per la pace
L’idea è stata lanciata dal giornalista Michele Santoro, dalla docente di filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma, Donatella Di Cesare, e da Cristian Romaniello, ex onorevole e associato a “Servizio Pubblico“.
Nella giornata di mercoledì 19 aprile i tre hanno presentato la loro staffetta per la pace, presentata nel manifesto come una “staffetta dell’umanità da Aosta a Lampedusa per camminare insieme, unire l’Italia contro la guerra, per riaccendere la speranza”.
Il post di Michele Santoro su Facebook
Come spiegato dallo stesso Santoro a Otto e Mezzo, la staffetta “si propone di unire l’Italia da Aosta a Lampedusa, con vari affluenti, in un giorno e anche in un’ora precisa”.
La data d’inizio della staffetta
Per il momento si conosce la data di partenza della staffetta, fissata per domenica 7 maggio. In quel giorno partirà una marcia lunghissima, come spiegato da Santoro: “Sono 4000 km di staffetta, non è una cosa facile ma o ci svegliamo o è finita. O si fa l’Italia o si muore”.
E l’iniziativa ha al momento ottenuto migliaia di adesioni, nonostante l’assenza del Partito Democratico nella lista dei leader ai quali è stato rivolto l’appello. Che però non è avvenuto “per una forma di ostilità”.
Come spiegato da Santoro la scelta è stata presa “per rispetto delle loro posizioni, che noi però riteniamo sbagliate. Secondo noi – ha continuato il giornalista e conduttore – non hanno compreso la portata epocale di questo scontro e che dal nostro punto di vista ridisegna completamente il mondo”.
Dalla marcia al partito
E tra le ipotesi paventate in seguito alla nascita di questo “movimento”, qualcuno ha già guardato al futuro, immaginando un insieme di forze che da staffetta potrebbe diventare un vero e proprio partito.
Un discorso che per Michele Santoro arriva però troppo presto, sia in un caso che nell’altro: “Chi l’ha detto che non dobbiamo fare un partito? Lo faremo domani, dopodomani? Lo decideremo quando avremo deciso”.
“Costituire una forza vuol dire costituire un partito? Secondo me no – ha chiarito il giornalista – Se Conte e Schlein prenderanno la decisione di guidare l’opinione pubblica contraria alle attività co-belligeranti, non ci sarà bisogno di un nuovo partito della Pace” ha poi concluso Santoro.