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Mes, l'affondo di Salvini dopo l'informativa di Conte

Il leader della Lega, rispondendo alle domande dei giornalisti a Palazzo Madama, ha svelato i dubbi nati dopo l'informativa di Conte alla Camera

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Proseguono le polemiche sul Meccanismo Europeo di Stabilità nonostante l’informativa delle scorse ore in Camera, e successivamente in Senato, del presidente Giuseppe Conte. Il premier, intervenuto in un’Aula colma di deputati per l’occasione, ha puntato il dito contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che avevano accusato Conte di “condotte talmente improprie e illegittime nella trattativa con l’Ue” da essere “responsabile di alto tradimento”.

Poco prima che iniziasse l’informativa al Senato, il leader della Lega Matteo Salvini ha risposto alle esternazioni avvenute alla Camera del presidente del Consiglio: “Sul Mes o ha mentito Gualtieri, o ha mentito Conte o non ha capito Di Maio. Se qualcuno ha mentito credo sia stato Conte perché Gualtieri non c’era”.

Parlando con i giornalisti a Palazzo Madama poi il leader del Carroccio ha proseguito: “Gli insulti di Conte? “Mi scivolano addosso. Rispetto a giugno lo vedo molto più nervoso. Ma io non porto rancore”.

Poi, in una nota diramata nel corso dell’intervento di Conte al Senato, Salvini ha sottolineato: “Decine di assenze fra i 5Stelle (oltre 30) e a sinistra (oltre 20) mentre parla Conte. Neanche la sua maggioranza lo ascolta”.

Mes, la risposta di Salvini a Conte

Dopo l’intervento al Senato di Conte, Salvini ha preso la parola: “Non rispondo agli insulti, rispondo con il lavoro. Mi dispiace per lei perché chi vive di insulti vive male“.

Il leader della Lega ha poi proseguito: “Condivido le richieste del gruppo dei 5S alla Camera, vogliamo capire. In quei banchi del governo c’è chi mente, spero che i Cinque Stelle non siano complici di questa menzogna che ricadrà sui cittadini italiani”.

Poi, mentre Salvini annunciava nell’Aula del Senato che i risultati delle menzogne del Mes ricadranno sulla testa dei risparmiatori italiani, Conte, che prima non lo degnava di uno sguardo, ha preso dei faldoni di carte che aveva davanti e ha cominciato ad alzarli e abbassarli per poi farli cadere sul banco del governo.

“State riducendo l’Europa a un centro commerciale dove guadagna chi ha già. La ristrutturazione del debito pubblico vuol dire che viene taciuto un intervento nottetempo sui conti correnti degli italiani” l’affondo di Salvini. Il leader del Carroccio ha poi proseguito: “Porteranno via i risparmi degli italiani per ristrutturare il debito delle banche tedesche. Fossi in lei Conte, mi preoccuperei. Guardi là quanti banchi vuoti tra i Cinque Stelle”.

Indicando poi la postazione del premier, Salvini ha continuato: “E’ seduto lì, chi sta mettendo a rischio i risparmi degli italiani. Pare che in Umbria il giudizio su di lei l’abbiano già dato, ora aspettiamo a quello delle altre Regioni e poi di 60 milioni di italiani”.

“Come diceva Confucio ‘l’uomo superiore è calmo senza essere arrogante, l’uomo da poco è arrogante senza essere calmo’. Le lasciamo la sua arroganza e ci teniamo la nostra umiltà. Parentesi… Si vergogni” ha concluso Salvini.

Salvini, Casellati riprende il leader della Lega

“Credo che quest’Aula e Salvini non possano dire ‘si vergogni’ non è rispettoso. Le Istituzioni vanno sempre rispettate. Per esprimere un dissenso non c’è bisogno di offendere. Questa aula richiede il rispetto per le opinioni di tutti”. Lo dice la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati alla quale la maggioranza ha chiesto di censurare le affermazioni del leader della Lega.

Dopo le parole della Casellati, sono partite proteste in aula e la presidente del Senato ha sospeso per qualche minuto la seduta. Le ultime parole di Matteo Salvini non sono andate decisamente giù alla maggioranza e il capogruppo del Pd Andrea Marcucci si è precipitato al banco della presidenza per reclamare una censura contro il leader della Lega.

Nel corso dell’intervento del presidente Conte c’è stato anche spazio per alcuni momenti di protesta, subito sedati dal presidente del Senato, da parte dei senatori leghisti che hanno fatto girare un cartellone con scritto “il Conte pinocchio” esponendo un burattino tra i banchi.

Fonte foto: Ansa

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