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Meningite da meningococco per un 17enne di Quero Vas in terapia intensiva: scatta la ricerca dei contatti

Come prevede la profilassi per i casi di meningite da meningococco è scattato il tracciamento dei contatti del 17enne adesso in rianimazione

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Un caso di meningite da meningococco ha colpito un 17enne di Quero Vas, in provincia di Belluno, che si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Feltre. Come previsto dal protocollo, l’Usl 1 Dolomiti è impegnata adesso nel tracciamento di tutti i contatti stretti dello studente a scuola e in altri contesti per la somministrazione in via precauzionale dell’antibiotico. Si tratterebbe di decine di persone che hanno interagito con il ragazzo dalla settimana prima della manifestazione dei sintomi.

Le condizioni del 17enne

Il 17enne ha cominciato ad avvertire mal di testa lancinante e vomito nella giornata di venerdì 27 ottobre, prima del ricovero d’urgenza di domenica 3 novembre. Secondo quanto comunicato dalla Ulss in una nota, il giovane paziente si trova in rianimazione sotto monitoraggio costante e le sue condizioni sarebbero state definite “impegnative”.

L’azienda sanitaria ha fatto sapere che, secondo quanto stabiliscono le linee guida sulla meningite da meningococco, è raccomandata la somministrazione di una dose di antibiotico, a scopo preventivo, ai contatti stretti scolastici ed extrascolastici. A febbraio, la morte per meningite di un 17enne aveva costretto a sottoporsi a profilassi 256 persone.

La zona del comune di Quero Vas, nel Bellunese, dove si è registrato il caso di Meningite da meningococco sul 17enne

La profilassi

Come si legge nella nota dell’Usl 1 Dolomiti “nel dettaglio si prevede di rintracciare le persone che hanno avuto contatti stretti con il giovane nei sette giorni precedenti l’inizio della sintomatologia ossia dal 27 ottobre”.

La situazione è molto seria e impegnativa” ha spiegato Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Usl al ‘Corriere della Sera, “e in questi casi si agisce seguendo un protocollo ben preciso. I primi sintomi sono comparsi venerdì e sono purtroppo i soliti di questi casi: forte mal di testa e vomito, poi c’è stato il ricovero. Io sto seguendo tutta la parte legata alla profilassi, mentre i colleghi dell’ospedale e della rianimazione la parte medica”.

“Dobbiamo contattare tutti i contatti stretti del ragazzo – ha aggiunto – a partire dalla famiglia, fino a coloro che lo hanno visto fino a sette giorni prima nel tempo libero. Il ragazzo non aveva un’attività sportiva in una squadra o in un gruppo, ma le persone coinvolte sono fra le cinquanta e le cento. Stiamo provvedendo a chiamare insegnanti e studenti dell’istituto professionale di Valdobbiadene che frequenta il ragazzo proponendo la terapia antibiotica preventiva”.

Il protocollo

Gli operatori del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti, in collaborazione con i colleghi dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, contatteranno, sulla base degli elenchi forniti dalla scuola frequentata dal ragazzo, un istituto professionale di Valdobbiadene, i compagni di classe e gli insegnanti della classe per proporre la profilassi antibiotica.

Tramite l’Amministrazione comunale di Quero Vas, saranno rintracciati i contatti stretti extrascolastici del giovane (tempo libero etc).

Fonte foto: ANSA

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