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Matteo Messina Denaro, duro sfogo in carcere: la rabbia del boss per le notizie circolate sul suo conto

Matteo Messina Denaro avrebbe confidato di essere adirato per le notizie date sul suo conto dai media

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Matteo Messina Denaro sarebbe adirato per le notizie raccontate dai media sul suo conto. Lo riferiscono – come riporta Il Fatto Quotidiano – fonti sanitarie e penitenziarie che hanno incontrato il boss stragista detenuto in regime 41-bis nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila.

Messina Denaro: “Balle e fraintendimenti su di me”

Sono incaz**to per le notizie che apprendo nei telegiornali”, avrebbe scandito Messina Denaro, convinto che su di lui vengano “raccontate balle, ed è tutto frutto di fraintendimenti”.

Contrariamente ai primi giorni di reclusione, è trapelato che il boss mafioso, in questi giorni, sta seguendo con attenzione la televisione e le notizie legate alla sua vicenda e in generale all’attualità cronachistica e politica.

Messina Denaro, le cure in carcere

Lunedì 6 febbraio, Messina Denaro si è sottoposto alla seconda seduta di chemioterapia nel supercarcere dell’Aquila. Il team di oncologi dell’ospedale San Salvatore, coordinata dal primario Luciano Mutti, ha assistito il boss nella somministrazione della terapia per il tumore al colon.

Le cure vengono somministrate nell’ambulatorio ad hoc allestito di fronte alla cella del detenuto. Secondo chi lo ha visto, Messina Denaro è apparso in buona forma e sempre più fiducioso nei medici.

Per quel che concerne il cancro si dichiara “fatalista”, con un comportamento positivo verso le cure. “Il paziente è in buone condizioni, ha appetito, è riposato, sono buoni indicatori”, rivelano le fonti sanitarie.

Giovanni Luppino rinuncia al ricorso al Tribunale del Riesame

Nel frattempo Giovanni Luppino, l’autista che ha accompagnato alla clinica di Palermo Messina Denaro il giorno in cui è scattata la cattura, ha rinunciato al ricorso al Tribunale del Riesame contro la custodia cautelare in carcere.

I pm contestano a Luppino i reati di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento, entrambi con l’aggravante mafiosa.

In vista dell’udienza al Riesame, la Procura aveva depositato agli atti una foto, emersa dal cellulare dello stesso Luppino, che immortala l’Alfa Romeo Giulietta del capomafia parcheggiata davanti a casa sua il 25 dicembre scorso.

L’Alfa Romeo Giulietta di Matteo Messina Denaro

Una prova che ha smentito la difesa dell’indagato, che ha sostenuto, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, di aver iniziato a frequentare il boss sei mesi prima col nome di Andrea Bonafede (l’identità fittizia usata nel corso della latitanza) e di averlo rivisto solo la mattina della cattura.

Luppino ha dichiarato che Messina Denaro, sempre sotto falso nome, si sarebbe presentato a casa sua per domandargli un passaggio per la clinica.

Fonte foto: ANSA

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