Martina Guzzi morta per l'airbag difettoso della Takata, i richiami di Citroen C3 e DS3: i modelli coinvolti
Martina Guzzi sarebbe morta per l'airbag difettoso Takata scoppiato sulla Citroen che stava guidando. La campagna di ritiro dei modelli C3 e DS3
Martina Guzzi sarebbe morta per gli airbag difettosi Takata, la casa costruttrice giapponese fallita nel 2017 che rifornì le case automobilistiche di tutto il mondo. I dispositivi di sicurezza sono finiti anche su alcuni modelli della Citroen, la C3 e la DS3.
- Martina Guzzi sarebbe morta per l'airbag difettoso Takata
- Il parere dei consulenti
- Le campagne di ritiro dei modelli Citroen C3 e DS3
Martina Guzzi sarebbe morta per l’airbag difettoso Takata
Il 28 maggio scorso Martina, 24 anni e studente di Lettere prossima alla laurea, è morta. La sua vita e i suoi sogni sono stati spazzati via da un incidente stradale.
Uno scontro frontale con un’altra auto che invase la sua corsia dopo che il conducente tentò un sorpasso ad alta velocità in un tratto in cui non si poteva assolutamente compiere una simile manovra. I consulenti della procura di Catanzaro, però, assicurano che a far morire la giovane sia stato l’airbag difettoso.
Il parere dei consulenti
Il Corriere della Sera ha visionato la relazione preliminare dei consulenti della procura di Catanzaro, la dottoressa Isabella Aquila, direttrice della Scuola di specializzazione di Medicina Legale, e l’ingegner Roberto Arcadia dell’Ufficio della Motorizzazione civile.
“Si esclude altra lesività traumatica riconducibile all’incidente in cui è rimasta coinvolta la signora Guzzi Martina”, e invece “dal punto di vista medico legale si può concludere che la sua morte sia in nesso di causalità diretta con un malfunzionamento del sistema di detonazione dell’airbag che, a seguito dell’urto, proiettava ad alta energia cinetica un corpo metallico con modalità di urto e lesività assimilabili a ferita d’arma da fuoco”.
Dunque si crede che la 24enne non sia deceduta per lo schianto frontale bensì per i dispositivi di sicurezza della sua auto.
La vicenda degli airbag Takata va avanti da circa 15 anni. In questo lasso di tempo ci sono state diverse campagne di richiamo che hanno provocato paura tra gli automobilisti.
Non solo, ci sono anche dei numeri allarmanti: più di 400 feriti e 27 morti solo negli Usa. La vicenda tragica della studente Martina Guzzi fa ora deflagrare il caso anche in Italia.
Come riferito de La Gazzetta dello Sport, la Nhtsa, l’ente americano per la sicurezza dei trasporti, riferisce che fino ad ora sono stati 45 milioni gli airbag sostituiti solo negli Stati Uniti, mentre a Tokio si pensa che nel mondo i mezzi coinvolti siano circa 100 milioni.
Le campagne di ritiro dei modelli Citroen C3 e DS3
Takata ha fornito airbag a diverse case automobilistiche tra cui Honda, Volkswagen, Audi, Stellantis, Citroen, Skoda, Bmw, Ds, Toyota. Grazie a dei prezzi competitivi è riuscita a prendersi una buona fetta di mercato.
Poi è scoppiato il caso dei dispositivi difettosi, con le conseguenti campagne di ritiro. Ad esempio quella della Citroen che ha richiamato 600 mila delle sue C3 e DS3, prodotte tra il 2009 e il 2019.
La giovane Martina era al volante proprio di una C3 il giorno in cui è morta. L’auto era del suo fidanzato che aveva ricevuto una lettera di richiamo e aveva scritto alla casa automobilistica pochi giorni prima del dramma.
Il ragazzo aveva fatto sapere di essere disponibile all’eventuale cambio di airbag. Peccato che non ricevette alcuna risposta, come assicurato da Andrea Rubini che è alla guida di Gesigroup, realtà che mira a tutelare i diritti della famiglia di Martina.