Mariupol, carro armato russo distrugge sede della Caritas: il bilancio delle vittime, era un rifugio
A denunciare l'attacco è stata la presidente dell'organizzazione che ha svelato che la struttura era utilizzata come rifugio
Mariupol è sempre più vittima dell’attacco dell’esercito russo che da sette settimane porta avanti un conflitto senza esclusione di colpi di Ucraina. Dopo aver assediato e bombardato la città portuale ucraina, i militari del Cremlino avrebbero preso di mira anche i rifugi dove i cittadini avevano provato a mettersi in salvo. Uno degli ultimi distrutti è la sede della Caritas.
Mariupol, carro armato russo distrugge sede della Caritas
Ad annunciare la distruzione della sede della Caritas di Mariupol è stata Tetiana Stawnychy, presidente dell’organizzazione della città, che ha svelato che la struttura è stata attaccata dai carri armati russi. “È una tragedia per tutti noi” ha detto la donna su Twitter.
L’edificio è stato colpito da un carro armato russo. In quel momento, c’erano persone che si nascondevano nel centro dai bombardamenti e cercavano un posto sicuro.
“Due nostre lavoratrici sono state forzatamente portate in Russia” ha poi sottolineato Rostyslav Spryniuk, direttore della Caritas. Spryniuk ha spiegato: “Sono state portate con la forza in Russia. I soldati russi la chiamano ‘evacuazione volontaria’ ma quando l’evacuazione è sotto la minaccia delle mitragliatrici non si può chiamare ‘volontaria'”.
Centro Caritas distrutto, era un rifugio
Come sottolineato dalla presidente Tetiana Stawnychy, il centro non era attivo a causa della guerra, ma stava accogliendo diverse persone che avevano trovato nella Caritas un luogo di rifugio. “La città è sotto bombardamento e le persone avevano trovato lì un rifugio, Non abbiamo informazioni e non possiamo recarci lì in questo momento” ha detto la donna.
“È una tragedia, specialmente per la nostra comunità Caritas di Mariupol” ha spiegato Stawnychy.
Carro armato distrugge Caritas, ci sono delle vittime
Secondo le prime informazioni trapelate, l’attacco alla Caritas di Mariupol a causato delle vittime. Come spiegato dalla presidente Tetiana Stawnychy, il centro adibito come rifugio era abitato da diverse persone. “I nostri cuori sono rattristati da questa terribile perdita e il nostro pensiero è rivolto alle famiglie di tutte le vittime” ha spiegato.
Al momento, secondo un primo bilancio, sarebbero sette le vittime accertate tra cui anche due operatrici del centro che si trovavano in struttura per accogliere tutti i cittadini che richiedevano rifugio.