Marina Ovsyannikova, la giornalista dissidente è riuscita a fuggire dalla Russia: è in Europa
Marina Ovsyannikova, la giornalista che aveva protestato sulla tv di stato russa contro l'invasione dell'Ucraina, è scappata in Europa
Marina Ovsyannikova, la giornalista moscovita che lo scorso marzo aveva protestato sulla tv di stato russa contro l’invasione dell’Ucraina, è fuggita dal Paese dopo essere evasa dagli arresti domiciliari. Lo riferisce il suo avvocato, spiegando che la donna e sua figlia si trovano ora in Europa.
Marina Ovsyannikova scappata dalla Russia
La giornalista russa Marina Ovsyannikova è fuggita dalla Russia e dagli arresti domiciliari. L’ex reporter della tv di stato russa era stata arrestata e posta ai domiciliari (in attesa del processo) lo scorso agosto per aver protestato contro la guerra di fronte alla sede del governo russo.
Ai primi di ottobre era arrivata la notizia della sua evasione dai domiciliari, e di lei non si era più saputo nulla. Nella giornata di oggi, lunedì 17 ottobre, Ovsyannikova ha fatto sapere, tramite il suo avvocato, di essere fuggita dalla Russia assieme alla figlia.
Marina Ovsyannikova e la figlia sono in un Paese europeo
“Ovsyannikova ha lasciato la Russia con la figlia poche ore dopo aver lasciato l’appartamento in cui era agli arresti domiciliari”, ha dichiarato all’Afp l’avvocato Dmitry Zakhvatov.
Madre e figlia si trovano ora in un Paese europeo, di cui non è stato fatto il nome. L’avvocato ha aggiunto che Ovsyannikova sta aspettando a parlare pubblicamente perché teme di non essere ancora al sicuro.
Le proteste contro il Cremlino
Marina Ovsyannikova era diventata nota in tutto il mondo dopo che il 14 marzo scorso aveva interrotto la diretta del telegiornale del canale statale Russia 1 esponendo un cartello per protestare contro l’invasione dell’Ucraina. Era stata arrestata e rilasciata poco dopo.
Licenziata, aveva lasciato la Russia e aveva trascorso un periodo all’estero lavorando per il giornale tedesco Die Welt. A luglio era tornata in patria per risolvere una disputa legale relativa alla custodia dei suoi due figli.
Quindi il nuovo arresto per le proteste in piazza contro la guerra. La giornalista era stata posta ai domiciliari in attesa del processo: rischiava fino a 15 anni di carcere in base alla legge bavaglio russa contro la presunta diffusione di notizie false, entrata in vigore otto giorni dopo l’inizio della guerra.