Maradona "poteva essere salvato": la perizia inguaia i medici

La morte di Diego Armando Maradona poteva essere evitata se l’ex campione del Napoli fosse stato adeguatamente curato dai medici che lo seguivano. È la conclusione, riportata dai media argentini, contenuta nella perizia medica chiesta dai magistrati che conducono l’inchiesta sulla morte dell’ex calciatore.

Erano stati i tre procuratori che conducono le indagini (Laura Capra, Cosme Iribarren e Patricio Ferrari) a convocare una commissione medica interdisciplinare per chiarire i dubbi sul decesso lasciati dai risultati dell’autopsia.

I medici forensi hanno confermato che Maradona soffriva di insufficienza cardiaca, renale e di cirrosi e che la morte è stata causata proprio dai problemi al cuore.

Stando alla perizia, l’ex capitano del Napoli e dell’Argentina non veniva sottoposto a controlli medici adeguati. Per questo nessuno si sarebbe accorto dei suoi problemi al cuore. Secondo i medici, se avesse ricevuto le cure apposite, non sarebbe deceduto.

Non solo: dalla perizia è emerso che Maradona è morto diverse ore prima dell’ora del decesso registrata. Il paramedico che era intervenuto per primo sul posto aveva certificato la morte del campione alle 13.15, dopo circa 45 minuti in cui ha cercato di rianimarlo.

Secondo la perizia invece la stella argentina è morta nel sonno tra le 4 e le 6 del mattino. Un fatto che contraddice le dichiarazioni di un’infermiera, tra gli indagati nell’inchiesta, che aveva sostenuto come Maradona si fosse alzato regolarmente quella mattina del 25 novembre.