NOTIZIE
STORIE

Lodi, madre visita il figlio in carcere: droga in regalo. Gli agenti la scoprono e scatta la denuncia

Una madre ha cercato di portare della droga al figlio detenuto in carcere a Lodi

Pubblicato:

Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Una madre va a trovare il figlio detenuto in carcere e prova a consegnargli della droga. Gli agenti se ne accorgono e la denunciano. La bizzarra vicenda si è verificata nella casa circondariale di Lodi.

La madre fermata dagli agenti della polizia penitenziaria

La donna ha tentato di far arrivare al figlio qualche grammo di hashish, forse per uso personale, da consumare magari in cella. La consegna del “regalo” non è però andata a buon fine in quanto gli agenti della polizia penitenziaria si sono accorti di ciò che stava avvenendo.

Così la madre è stata fermata e denunciata per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. La notizia è stata raccontata da Alfonso Greco, il segretario regionale per la Lombardia del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria. L’episodio è avvenuto sabato 14 gennaio, nel corso della mattinata.

Le dichiarazioni di Alfonso Greco e Donato Capece

“Durante il colloquio di un detenuto con la madre, la donna ha cercato di consegnargli della droga di tipo hashish, ma l’attenta vigilanza del personale di polizia ha tempestivamente impedito la cessione. La donna, fermata, è stata denunciata”. Così Greco nel rendere nota la vicenda.

Sul caso è intervenuto anche il segretario generale del Sappe, Donato Capece, che ha auspicato maggiore formazione per la polizia penitenziaria.

“Ogni giorno gli agenti portano avanti una battaglia silenziosa — ha dichiarato Capece — per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda l’illecita introduzione e il possesso di cellulari nonché lo spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti, di sostanze stupefacenti”.

“Auspico che l’amministrazione penitenziaria promuova e intensifichi momenti di formazione e aggiornamento professionale per il personale di polizia penitenziaria di tutta la Lombardia, in particolare sui temi del contrasto all’introduzione di droga e cellulari in carcere”, ha concluso Capece.

I fatti del 2018

Nel carcere di via Cagnola c’è molta attenzione circa il traffico si stupefacenti. L’allerta rimane alta soprattutto dopo ciò è stata scoperto nel 2018, quando nel penitenziario venne a galla una vera e propria rete di spaccio organizzata da alcuni detenuti attraverso dei cellulari.

Fonte foto: ANSA

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963