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Leslie Van Houten scarcerata dopo 52 anni: chi è l'angelo della morte della setta di Charles Manson

Dopo 52 anni di prigione, l'ex membro della famigerata setta di Charles Manson viene rilasciata in libertà vigilata. Le ragioni della scarcerazione

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Leslie Van Houten, l’ex membro della setta di Charles Manson soprannominata “l’angelo della morte”, è stata rilasciata dopo 52 anni di prigionia nel carcere di Los Angeles. La notizia della decisione è arrivata mercoledì 12 luglio, presa dal governatore della California, Gavin Newsom. Quest’ultimo ha scelto di non impugnare la sentenza della Corte Suprema che ha concesso la libertà condizionale a Van Houten, condannata all’ergastolo per il brutale omicidio dei coniugi LaBianca nel 1969.

Le reazioni

La notizia della scarcerazione di Van Houten ha generato, come prevedibile, un certo scalpore e molte discussioni in tutto il mondo.

All’epoca dei fatti, Van Houten aveva solo 19 anni e non fu parte del gruppo che si rese responsabile del terribile massacro di Cielo Drive, con l’uccisione dell’attrice Sharon Tate e di altre quattro persone.

Leslie Van Houten si legò alla “Family” di Charles Manson e partecipò all’omicidio dei coniugi LaBianca, ma non al massacro di Cielo Drive

La controversa questione di rilasciare Van Houten in libertà vigilata è stata commentata dall’avvocato della donna, il quale ha affermato che lei non è più la stessa persona di allora e merita una nuova possibilità.

L’omicidio dei coniugi LaBianca

Van Houten stava scontando l’ergastolo per la partecipazione all’omicidio di Leno LaBianca e sua moglie Rosemary, avvenuto nella notte successiva alla strage di Cielo Drive, al centro del recente film di Quentin Tarantino, “C’era una volta… a Hollywood”.

Charles Manson decise di prendere personalmente il comando di una nuova spedizione omicida, insoddisfatto di come erano andate le cose a Cielo Drive. Insieme a Tex Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e la riluttante autista Linda Kasabian, reclutò Leslie Van Houten e Steve Grogan.

La scelta di casa LaBianca

Anche in questo caso il gruppo non aveva una vittima specifica, ma cercava una casa abitata da ricchi bianchi. La scelta cadde sulla casa dei coniugi LaBianca, già visitata precedentemente dalla Famiglia in una missione di creepy crawling.

Il “Creepy crawling” era la pratica della famiglia Manson di entrare segretamente nella casa di qualcuno, e senza fare del male ai presenti, lasciare una prova che qualcuno era stato lì, un promemoria che la “sacralità” della casa privata era stata violata.

Il blitz dai LaBianca

Leno LaBianca, di origine italiana, era il proprietario di una catena di supermercati ed era noto per il suo vizio del gioco d’azzardo, mentre la moglie Rosemary era un’impresaria di successo. Entrambi erano al secondo matrimonio.

Manson e Watson entrarono in casa e svegliarono Leno LaBianca che dormiva sul divano. Per tranquillizzarlo, dato che i media avevano già terrorizzato il pubblico con i dettagli agghiaccianti sulla morte di Sharon Tate, si dissero intenzionati solo a rubare.

L’omicidio

Manson diede a Watson uno dei suoi lacci per legare le mani di Leno, mentre lui andò a prendere Rosemary. Le due donne, Leslie Van Houten e Patricia, furono chiamate da Manson per unirsi a Watson.

Mentre Watson riportava Rosemary in camera da letto, Leno fu colpito ripetutamente con un pugnale. Rosemary cercò di divincolarsi, ma venne anch’essa accoltellata. Successivamente, i tre assassini tornarono in soggiorno e uccisero Leno, incidendo il suo corpo con un forchettone a forma di X e la parola War sull’addome.

 

Fonte foto: ANSA

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