Le prime parole dei 4 bambini sopravvissuti in Colombia all'incidente aereo: hanno vegliato sulla madre morta
Hanno vegliato per quattro giorni sulla madre in agonia, poi hanno seminato indizi lungo il percorso. All'arrivo dei soccorritori hanno chiesto cibo
Per la Colombia e per il mondo sono già degli eroi alla pari dei loro soccorritori. I quattro bambini sopravvissuti alle insidie della foresta in Colombia stanno bene e per quaranta giorni hanno combattuto contro la natura dopo il disastroso incidente aereo nel quale hanno perso le loro famiglie. Le prime parole rivolte ai soccorritori sono state immortalate dagli stessi in un video che ora è diventato virale su Twitter.
- Le prime parole dei bambini sopravvissuti
- L'incidente aereo del 1° maggio
- Le tracce lasciate sul percorso e la farina
- Una famiglia in fuga dalle forze armate rivoluzionarie
- Come stanno i bambini
Le prime parole dei bambini sopravvissuti
Le prime parole dei quattro bambini sopravvissuti per quaranta giorni nella foresta in Colombia sono state trasmesse dall’emittente locale ‘Rtvc’ in esclusiva.
“Ho fame” ha detto la giovanissima Lesly mentre tra le braccia stringeva la piccola Cristin. Lo ha raccontato uno dei membri della squadra di soccorritori, Nicolas Ordonez Gomes.
Un altro soccorritore, come riferisce ‘Ansa’, racconta: “Uno dei due ragazzi era sdraiato. Si è alzato ed ha sussurrato : ‘Mia madre è morta‘”.
La loro mamma Magdalena, infatti, è morta quattro giorni dopo lo schianto dell’aereo, non prima di incoraggiarli a trovare una salvezza.
L’incidente aereo del 1° maggio
Il ° maggio i quattro bambini, insieme alla loro mamma e al capo della loro comunità indigena Huitoto, sono saliti su un aereo per raggiungere San José del Guaviare da Araracuara.
Durante il viaggio il pilota ha lanciato l’allarme per un’avaria del motore e il velivolo si è schiantato in mezzo alla foresta. Il pilota e il capo Huitoto sono morti sul colpo, mentre Magdalena è rimasta gravemente ferita.
I bambini, Lesly Jacobombaire Mucutuy di 13 anni, Soleiny Jacobombaire Mucutuy di 9, Tien Noriel Ronoque Mucutuy di 4 e Cristin Neriman Ranoque Mucutuy di 1 anno si sono dunque incamminati lontano dal luogo dell’incidente.
Le tracce lasciate sul percorso e la farina
Nel percorso hanno lasciato reperti che si sono rivelati utili per i soccorritori del Tap1 per seguire i loro passi, mentre nel frattempo i soldati sorvolavano la giungla trasmettendo ad alto volume la voce della nonna dei piccoli per tranquillizzarli.
Lungo il cammino i bambini hanno lasciato forbici, elastici e pezzi di metallo.
Per 40 giorni i quattro piccoli eroi sono stati in grado di improvvisare piccole capanne per ripararsi dalla pioggia, fabbricare piccole bende con ciò che trovavano in natura e nutrirsi con tre chili di farina manioca che avevano portato con sé durante il viaggio.
Una famiglia in fuga dalle forze armate rivoluzionarie
Magdalena, i bambini e il capo del gruppo indigeno si erano messi in viaggio per fuggire dalle forze armate rivoluzionarie della Colombia e per raggiungere Manuel Roque, padre dei piccoli e marito di Magdalena nonché parente del governatore della riserva indigena di Puerto Sabalo.
Manuel Roque era fuggito dalla riserva Huitoto un mese prima, dopo aver ricevuto minacce di morte dai miliziani di Carolina Ramírez legati al narcotraffico.
Come stanno i bambini
I piccoli si trovano all’ospedale, al quale sono arrivati disidratati, feriti e con numerose punture di insetto. Accanto a loro c’è il nonno Fidencio Valencia insieme allo zio Dairo Juvenal Mucutuy.
Ai loro parenti i bambini hanno raccontato di essersi spaventati quando quando sentivano i soldati e per questo, ai richiami dei militari sulle loro tracce, hanno sempre reagito nascondendosi.
Per 40 giorni sono scappati e si sono nascosti, sopravvivendo grazie agli “insegnamenti ancestrali della nonna”, stando a quanto scrive la stampa internazionale.