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La Cina avrebbe isolato il virus del Covid due settimane prima dell'annuncio: l'inchiesta che inchioda Pechino

Un laboratorio in Cina avrebbe isolato la sequenza del coronavirus due settimane prima che Pechino annunciasse l'esistenza del Covid: la scoperta

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Roberto Vivaldelli

GIORNALISTA

Giornalista professionista esperto di relazioni internazionali e geopolitica, scrive anche di attualità, cultura ed economia. Collaboratore di diverse testate nazionali, ha scritto due libri e curato la pubblicazione in italiano di un saggio del politologo statunitense John J. Mearhseimer.

Emergono nuovi elementi sull’origine della pandemia da Covid-19. Un laboratorio in Cina avrebbe isolato e mappato il coronavirus alla fine di dicembre 2019, almeno due settimane prima che Pechino rivelasse al mondo intero l’esistenza del virus. È quanto emerge dai nuovi documenti ottenuti dal Congresso degli Stati Uniti.

I nuovi documenti sull’origine del Covid-19

A dare notizia della documentazione inedita sull’origine del Covid-19 è il Wall Street Journal, secondo il quale un ricercatore cinese a Pechino avrebbe caricato una sequenza quasi completa della struttura del virus su un database gestito dal governo statunitense il 28 dicembre 2019.

All’epoca i funzionari cinesi descrivevano ancora pubblicamente l’epidemia di Wuhan, in Cina, come una polmonite virale “di causa sconosciuta” e dovevano ancora chiudere il mercato ittico all’ingrosso della città, indicato come uno dei focolai iniziali del Covid-19.

I documenti sono stati ottenuti dai repubblicani della Commissione per l’Energia e il Commercio della Camera.

L’accusa nei confronti di Pechino

La Cina ha condiviso la sequenza del virus con l’Organizzazione Mondiale della Sanità solo l’11 gennaio 2020.

Secondo il Wall Street Journal, le due settimane in più si sarebbero potute rivelare cruciali per aiutare la comunità medica internazionale a individuare le modalità di diffusione del Covid-19, a sviluppare difese mediche appropriate e a iniziare a preparare un eventuale vaccino.

L’istituto di virologia di Wuhan, in Cina

Questo dato “sottolinea la cautela con cui dobbiamo valutare l’accuratezza delle informazioni diffuse dal governo cinese”, ha dichiarato Jesse Bloom, virologo del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle, che ha esaminato i documenti e la sequenza genetica recentemente scoperta.

Chi è il ricercatore che ha mappato la sequenza del virus

Il ricercatore cinese che ha mappato la sequenza del virus è il dottor Lili Ren dell’Istituto di biologia dei patogeni di Pechino.

Interpellata dal Wall Street Journal, l’ambasciata cinese negli Stati Uniti afferma che “le politiche cinesi di risposta al Covid-19 sono basate sulla scienza, efficaci e coerenti con la nostra realtà nazionale. Possono superare la prova della storia”.

Le agenzie governative degli Stati Uniti hanno espresso pareri diversi sull’origine della pandemia. Il direttore del Federal Bureau of Investigation (Fbi) Christopher Wray ha dichiarato, nel febbraio 2023, che il Covid-19 ha avuto origine “molto probabilmente” in un “laboratorio controllato dal governo cinese”. Nel dettaglio, ha affermato Wray all’emittente Fox News, il virus sarebbe “nato da un incidente in un laboratorio, propagandosi”.

Nel settembre 2023, un “whistleblower” della Cia , davanti alla commissione del Congresso degli Stati Uniti che indaga sull’origine del Covid, ha dichiarato che l’agenzia d’intelligenza avrebbe tentato di insabbiare la verità sull’origine della pandemia, pagando sei analisti che avevano ritenuto che il Covid-19 avesse probabilmente avuto origine in un laboratorio di Wuhan.

Fonte foto: IPA

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