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CRONACA ESTERA

La Russia userà l'attentato a Mosca per colpire Kiev e provocare la Nato: l'allarme degli 007 occidentali

Secondo informative di intelligence in possesso della Nato, Putin si starebbe preparando a intensificare la pressione sull'Ucraina. Possibile anche una serie di provocazioni ai Paesi Nato

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Dopo l’attentato a Mosca costato la vita a 137 persone Putin è sul piede di guerra: il capo del Cremlino ha immediatamente incolpato Zelensky, nonostante tutte le piste portino all’Isis. Informative di intelligence di diversi Paesi occidentali indicano la volontà russa di sfruttare la strage del Crocus City Hall come casus belli per intensificare la pressione sull’Ucraina e per provocare la Nato al fine di testarne la velocità di reazione.

La strategia di Putin dopo l’attentato a Mosca

Tutti gli indizi sulla strage di Mosca indicano la matrice dell’eversione islamica: la rivendicazione dell’Isis, i video in cui i terroristi urlano “Allah akbar” durante il massacro, l’informativa che gli Usa passarono al Cremlino alcune settimane prima della strage e, da ultimo, il fatto che Zelensky abbia negato ogni coinvolgimento.

Per Putin tutto questo non importa: secondo lui gli uomini arrestati con l’accusa di essere gli autori materiali della strage stavano cercando di raggiungere l’Ucraina ed erano stati assoldati da Kiev.

Vladimir Putin durante la commemorazione delle vittime dell’attentato al Crocus City Hall di Mosca.

Subito dopo la loro diffusione, i media russi hanno scelto di non mostrare i video in cui gli autori della strage inneggiano ad Allah. E nei suoi discorsi a caldo, Putin non ha fatto alcun riferimento all’Islam radicale.

Cosa si aspetta la Nato adesso

La Nato si aspetta uno sviluppo della situazione in cinque atti: la ritorsione di Putin sull’Ucraina, una martellante campagna di fake news (i bot del Cremlino sono già in azione sui social), una serie di incidenti (un missile russo ha già violato lo spazio aereo polacco), l’esibizione muscolare del rafforzamento militare sul fronte orientale e, da ultimo, l’eventuale coinvolgimento di altri Paesi occidentali nel conflitto con l’Ucraina.

Il punto non è solo punire i responsabili, veri o presunti, ma anche sviare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla figuraccia dei servizi segreti russi, che il Cremlino vanta essere i più occhiuti al mondo.

Putin vuole erodere la credibilità di Zelensky in Occidente

Puntare i fari sulla presunta responsabilità ucraina significa anche erodere ulteriormente il consenso di Kiev fra l’elettorato occidentale: già oggi parte degli europei è ostile al sostegno a Kiev. Accusare Zelensky di avere causato una strage fra civili inermi minerebbe ulteriormente la credibilità del presidente ucraino in Europa.

L’ultimo scenario, quello dell’allargamento del conflitto, potrebbe dare il via all’escalation: in caso di espansione del fronte di guerra ad altri Paesi filo-ucraini, è difficile che Iran e Cina rimangano a guardare.

Fonte foto: IPA

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