Def sullo scostamento di bilancio approvato da Camera e Senato dopo la bocciatura: cosa dice il documento
Approvato alla Camera e al Senato lo scostamento di bilancio del Def,: cosa cambia e per chi sono previsti i sostegni e i tagli alle tasse
Dopo la bocciatura, il Def fa un passo in avanti. L’Aula della Camera ha approvato il 28 aprile la Relazione sullo scostamento di bilancio, preliminare al voto sul Documento di economia e finanza 2023, il primo provvedimento economico scritto interamente dal governo Meloni. Nel pomeriggio di giovedì 27 aprile, l‘assenteismo nelle file di Lega e Forza Italia aveva fatto sì che la Relazione non ottenesse la maggioranza assoluta, determinando anche l’impossibilità di votare sul Def. Subito dopo, la relazione è stata approvata anche dal Senato. Cosa dice e che cambiamenti comporta.
- Cos'è il Def
- Cos'è lo scostamento di bilancio
- Cosa prevede il Def 2023
- I tagli alle tasse previste dallo scostamento
Cos’è il Def
Il Documento di economia e finanza dà un resoconto della linea politica del governo in materia di economia e finanza.
Il sì al Def determina l’inizio del “ciclo di bilancio”, che termina, entro la fine dell’anno, con l’approvazione della legge di Bilancio, che stabilisce nel dettaglio come verranno spese le risorse pubbliche nei prossimi anni.
Una volta approvato dal Parlamento, il Def dovrà essere prima di essere esaminato e valutato dall’Unione europea.
Cos’è lo scostamento di bilancio
Lo scostamento di bilancio, invece, è una variazione degli obiettivi di finanza pubblica rispetto a quelli definiti in sede di approvazione del bilancio dello Stato. Si tratta di un maggiore ricorso al debito per finanziare alcune misure.
Gli scostamenti, possono essere definiti ad aprile nel Documento di economia e finanza e a ottobre nella Nota di aggiornamento al Def, in cui vengono fissati i parametri dell’anno successivo.
Lo scostamento consente quindi di ottenere spazio per nuove misure di politica economica, utilizzando la leva del deficit. Dato che si tratta di un aumento dell’indebitamento, il governo deve chiedere l’autorizzazione del Parlamento.
Cosa prevede il Def 2023
Secondo le previsioni del governo, l’economia italiana nel 2023 crescerà dello 0,9 per cento rispetto al 2022, in base alle norme già attualmente in vigore, ovvero lo scenario tendenziale.
Nello scenario programmatico, che tiene conto delle misure annunciate ma non ancora in vigore, la crescita del Pil è stimata all’1 percento. Ciò sarebbe dovuto ai circa 3 miliardi di euro previsti per il taglio del “cuneo fiscale”, ossia la differenza tra il lordo e il netto in busta paga.
Il debito pubblico invece scenderà gradualmente di anno in anno, passando da un valore pari al 144,4 per cento del Pil nel 2022 al 140,4 per cento del 2026.
Il Def prevede, quindi, per quest’anno, come indicato nella Relazione sullo scostamento di bilancio, uno scostamento del deficit dal 4,35% tendenziale a legislazione vigente al 4,5% programmatico.
Parallelamente aumenterà però la spesa per i cosiddetti “interessi passivi”, ovvero i soldi che lo Stato spende per ripagare gli interessi sul debito e che si prevede arrivino fino al 4,5 per cento, una cifra vicina ai 100 miliardi di euro.
I tagli alle tasse previste dallo scostamento
Nella nuova Relazione sullo scostamento di bilancio, approvata nel pomeriggio del 27 aprile in Consiglio dei ministri, si fa riferimento anche all‘utilizzo delle risorse derivanti dallo scostamento del deficit del 2023, che corrisponderebbero a circa 3-4 miliardi.
Queste sarebbero impiegate per “sostenere le famiglie con figli”, ma anche il reddito disponibile e il poter d’acquisto dei lavoratori dipendenti.
Per il 2024, i 4-5 miliardi derivanti dallo scostamento, sarebbero impiegati in interventi di riduzione della pressione fiscale.