L'omicidio di Giulia Cecchettin e le 75 coltellate di Filippo Turetta: il dettaglio dell'app-spia sul telefono
Indagini chiuse sull'omicidio di Giulia Cecchettin: i dettagli dell'accusa contro Filippo Turetta, dalle 75 coltellate all'app spia sul telefono
Emergono nuovi dettagli sul femminicidio di Giulia Cecchettin. Come l‘app-spia sul cellulare della ragazza installato da Filippo Turetta, le 75 coltellate e la pianificazione del delitto e della fuga diversi giorni prima del delitto. Elementi da racconto dell’orrore quelli contenuti nell’atto con cui la procura di Venezia ha chiuso le indagini sull’omicidio della studentessa 22enne di Vigonovo.
- L'omicidio di Giulia Cecchettin, chiuse le indagini
- Le 75 coltellate e l'aggravante della crudeltà
- L'app spia sul telefono
- Le mappe e gli appunti sul pc
L’omicidio di Giulia Cecchettin, chiuse le indagini
Le indagini sull’omicidio di Giulia Cecchettin a carico dell’ex fidanzato Filippo Turetta, reo confesso del delitto, si sono chiuse ieri, mercoledì 15 maggio.
Le accuse contestate dalla procura di Venezia sono di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, sequestro di persona, occultamento di cadavere, stalking e porto di armi.
Si va quindi verso il processo per il quale lo studente di Ingegneria non potrà chiedere il rito abbreviato, a causa del cambio dell’imputazione da omicidio volontario a premeditato. Turetta rischia l’ergastolo.
Le 75 coltellate e l’aggravante della crudeltà
Come riporta Ansa, la procura veneziana contesta a Turetta l’aggravante della crudeltà. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il giovane ha colpito Giulia Cecchettin con 75 coltellate e si sarebbe accanito sul corpo già in fin di vita dell’ex fidanzata.
Una ventina di ferite alle mani, mentre la ragazza cercava di difendersi, e un fendente fatale al collo mentre lei stava tentando di fuggire nella zona industriale di Fossò.
Molte altre coltellate sarebbero seguite poi quando la giovane era all’interno dell’auto sui sedili posteriori e stava morendo dissanguata.
L’app spia sul telefono
Nell’atto di accusa dei magistrati contro Turetta c’è anche lo stalking e il contesto oppressivo e ossessivo in cui sarebbe maturato il delitto.
Secondo gli investigatori il 22enne seguiva e minacciava l’ex fidanzata, le chiedeva ripetutamente chi frequentava, si faceva trovare all’improvviso nei luoghi dove lei andava. Turetta aveva anche installato una app nel telefono di Giulia che usava per spiarla e seguirla.
Le mappe e gli appunti sul pc
Secondo l’accusa lo studente padovano avevano organizzato nel dettaglio il suo piano criminoso, diversi giorni prima: “almeno dal 7 novembre”, scrive il pm, quattro giorni prima del delitto.
Gli inquirenti hanno ricostruito come il giovane si fosse procurato quanto necessario per aggredire la ragazza e sbarazzarsi del corpo: nastro isolante, corde, sacchi neri.
E avesse pianificato i vari passaggi della fuga, studiando le mappe stradali e programmando i percorsi attraverso internet, tra questi anche il luogo dove ha abbandonato il corpo di Giulia, nei pressi del lago di Barcis.
Un piano che Turetta aveva annotato su degli appunti sul suo pc, un file cancellato che è stato recuperato dagli esperti informatici del Ris.