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CRONACA ESTERA

L'educazione sessuale ai bambini in Belgio scatena le proteste: bruciati 4 asili, si temono altri attacchi

In Belgio dati alle fiamme 4 asili in 3 città: al centro del mirino dei contestatori c'è l'aggiornamento del progetto Evras

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’educazione sessuale ai bambini infiamma il Belgio, letteralmente: sono quattro gli asili dati alle fiamme e l’antiterrorismo ha alzato l’allerta per una possibile ulteriore ondata di violenze. Gli attacchi notturni alle strutture per l’infanzia sono avvenuti nelle città di Marcinelle, Couillet e Charleroi-Nord.

Asili a fuoco in Belgio

Gli incendi si sono sprigionati tutti nella notte fra martedì 12 e mercoledì 13 settembre. I tre comuni coinvolti sono vicini fra loro e la polizia sta cercando di capire se la mano dell’incendiario sia la medesima.

Non si esclude comunque che possa essersi trattato di un attacco organizzato.

La procura di Charleroi non ha identificato alcun sospettato e procede contro ignoti.

Proteste contro il progetto Evras

L’unica cosa certa è la matrice: in ogni attacco sono state trovate scritte contro il progetto Evras, il piano di “educazione alla vita relazionale, emotiva e sessuale” approvata da governo e parlamento per i bambini più piccoli.

Il piano Evras va a integrare quello già esistente dal 2012.

Diversi i comitati di genitori che sono insorti contro la presunta “ipersessualizzazione” dei bambini piccoli che andrebbe a “insegnare la sessualità ai bambini fin dalla tenera età”.

Una delle accuse è quella di voler spingere i bambini a “cambiare genere, oltre che alla masturbazione e alla sodomia“.

La ministra all’Educazione e alla Sanità Bénédicte Linard ha cercato di placare gli animi parlando ai microfoni dell’emittente televisiva Rtl.

“Sentiamo preoccupazioni relative a cose o contro materiali didattici che in realtà non rientrano nelle attività: le attività di Evras esistono da molto tempo e si tratta di corsi obbligatori da due ore all’anno”, ha detto la ministra.

Linard ha tirato in ballo un eventuale effetto valanga nato da una fake news che, passaparola dopo passaparola, sarebbe arrivato a far esplodere le contestazioni.

Cattolici e islamici uniti contro Evras

I più irremovibili nella loro protesta sono i genitori osservanti cattolici e islamici.

Alcune scritte, come “no Evras altrimenti i prossimi sarete voi”, hanno messo in allarme l’antiterrorismo belga.

Fonte foto: 123RF

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