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Ischia, polemiche sul condono del 2018: cosa dice la normativa e quante sono le abitazioni abusive sull’isola

Mentre si cercano i dispersi, Giuseppe Conte finisce sotto attacco per la sanatoria inserita nel decreto Genova di 4 anni fa: fu un condono?

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Federico Casanova

GIORNALISTA

Giornalista professionista, esperto di politica, economia e cronaca giudiziaria. Collabora con importanti realtà editoriali e testate giornalistiche. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia. Ha svolto il ruolo di ufficio stampa per diverse campagne elettorali locali e nazionali.

Nelle stesse ore in cui le Forze dell’ordine e i volontari della Protezione civile presenti ad Ischia lavorano senza sosta per estrarre dai cumuli di macerie i corpi delle persone che risultano disperse, l’Italia intera si interroga sull’ennesima calamità naturale che ha colpito il nostro Paese nel corso del 2022.

Il bilancio dell’anno in corso è drammatico e non lascia spazio ad altre possibili interpretazioni: da gennaio ad oggi sono stati registrati oltre 130 fenomeni estremi sul territorio nazionale. Da Nord a Sud, dalla valanga della Marmolada di inizio luglio all’esondazione del fiume Misa di metà settembre nelle Marche, passando per la tromba d’aria che ha investito le provincie di Lucca e Carrara in pieno agosto. Ogni volta, il tragico rito della conta delle vittime: famiglie stravolte, vite spezzate, intere comunità sconvolte dal dolore.

Frana a Ischia, cos’è successo nella notte del 26 novembre e quanta pioggia è caduta

Sono stati ben centoventi i centimetri d’acqua che si sono abbattuti su Ischia in sole sei ore durante la notte tra venerdì 25 e sabato 26 novembre: secondo le comparazioni effettuate dagli scienziati del CNR (il Centro Nazionale di Ricerca), è piovuto come mai era accaduto negli ultimi vent’anni. Il picco massimo di pioggia oraria è stato di 51,6 millimetri a Forio (uno dei Comuni ischiani), ma un dato simile si è registrato anche sul Monte Epomeo, la montagna da cui si è staccata la frana che ha devastato Casamicciola Terme.

Per l’individuazione di eventuali responsabilità servirà tempo: l’agghiacciante aggiornamento dei cadaveri rinvenuti, ora dopo ora, non finirà fino a quando non verranno ritrovate tutte le persone coinvolte, inghiottite dalla valanga di fango, detriti e calcinacci. Anche per svolgere i funerali si dovranno attendere gli esiti delle autopsie che verranno compiute dagli investigatori.

Frana a Ischia, il sisma del 2017 e il condono del 2018

Accanto alla sofferenza, inevitabilmente è montata anche la polemica. Il tema riguarda il cosiddetto decreto Genova del 2018, approvato dal primo governo di Giuseppe Conte – quello composto dalla Lega e dal Movimento 5 stelle – nelle settimane successive alla caduta del Ponte Morandi. Dopo un acceso dibattito parlamentare in sede di conversione, nel testo era stato inserito un apposito articolo (il numero 25) che riguardava proprio Ischia e, nello specifico, la regolamentazione delle tante costruzioni abusive presenti sull’isola.

La norma prevedeva l’introduzione una corsia preferenziale per l’esame delle domande di sanatoria presentate dai proprietari delle case danneggiate o distrutte dal sisma del 2017. Anche quell’evento ebbe conseguenze devastanti – magnitudo 4.0, centinaia di sfollati per le abitazioni crollate, 2 morti e 42 feriti – e l’epicentro della scossa venne individuato proprio a Casamicciola Terme.

Frana a Ischia, le sanatorie precedenti e la scelta del governo gialloverde

L’elemento più importante contenuto in quell’intervento stabiliva che le istanze presentate dagli abitanti di Ischia sarebbero state tutte esaminate sulla base dei parametri di due condoni precedenti. Parliamo di due sanatorie varate tra la Prima e la Seconda Repubblica, ossia

  • il condono Craxi-Nicolazzi del 1985, che prende il nome dall’allora presidente del Consiglio (il segretario socialista) e dal suo ministro dei Lavori pubblici;
  • il condono del 1994 varato durante il primo governo di Silvio Berlusconi.

La misura introdotta quattro anni fa dal Conte I faceva quindi riferimento a quei due decreti. In particolare, venivano dichiarate valide le disposizioni che vi erano contenute anche per tutti gli abusi compiuti in epoca successiva. L’unico limite temporale introdotto indicava come data ultima dell’illecito quella del 31 marzo 2003.

Un cavillo non di poco conto, dato che veniva tagliata fuori una terza sanatoria di quel periodo, quella proprio del 2003, approvata durante il secondo governo del Cavaliere. Infatti, se il primo e il secondo condono impedivano di sanare solo gli immobili realizzati in zone sottoposte a “vincolo di inedificabilità assoluta“, la norma del 2003 era invece più restrittiva e bloccava le costruzioni edificate anche nelle aree soggette a “vincolo di inedificabilità relativa“. In sostanza, il governo gialloverde era stato più permissivo rispetto a quello che avrebbe potuto fare.

Frana a Ischia, la reazione di Giuseppe Conte: nel decreto Genova c’era un condono?

Ed è proprio quest’ultimo aspetto che viene rinfacciato a Giuseppe Conte nelle critiche a lui rivolte in queste giornate di aspra polemica. Il capo dei 5 stelle si è presentato negli studi di RaiTre, ospite della giornalista Lucia Annunziata nella trasmissione Mezz’ora in più, cercando di fare chiarezza sul suo operato durante il periodo a Palazzo Chigi: “Non era affatto un condono. Mi ero insediato da poco e c’era un grande impasse. A Ischia le richieste di condono precedenti al 2018 riguardavano circa 27mila abitazioni, la metà di quelle dell’isola. In più c’erano le richieste per gli immobili terremotati”.

In quel contesto, dunque, il governo gialloverde introdusse l’articolo 25 con l’intento di “accelerare la procedura per esaminare le pratiche“. Per l’ex premier quindi nessuna sanatoria, ma “un’opera di semplificazione“.

Frana a Ischia, l’attacco di Matteo Renzi e la linea dura di Vincenzo De Luca

A stretto giro non si è fatta attendere la dura replica di un’altra ex presidente, Matteo Renzi. Intercettato da alcuni cronisti, il leader di Italia Viva ha usato parole dure nei confronti dell’avversario politico: “Davanti al disastro di Ischia le parole di Giuseppe Conte sono farneticanti. In quell’occasione ha fatto un condono e ha smantellato l’unità di missione sul dissesto idrogeologico, ora non si vergogna? Eppure 4 anni fa glielo avevamo detto, chiedendogli di fermarsi. C’è un limite alla decenza e oggi lui lo ha sorpassato“.

Duro il giudizio anche del presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che però ha preferito non citare direttamente il capo dei grillini: “Le persone devono capire che in alcune aree non si può abitare, non esiste l’abusivismo di necessità. Le costruzioni nelle zone fragili vanno demolite”.

Frana a Ischia, quante sono le abitazioni abusive e dove si trovano

Aldilà delle dichiarazioni del momento, per comprendere a pieno la portata della questione occorre capire quante sono davvero le domande di condono edilizio presentate ad Ischia dal 1985 ad oggi. A fare chiarezza ci ha pensato Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente ed ex generale dei carabinieri proprio in Campania: “Parliamo di circa 27mila richieste. In questo dato naturalmente c’è tutto: dalla singola stanza realizzata senza permesso, alla casa edificata ex novo senza licenza. Ad oggi però quelle esaminate e su cui c’è stata una decisione sono solo 1.300, di cui 600 nuove abitazioni”.

Il fenomeno però pare avere dei contorni ben più estesi e preoccupanti. Secondo le statistiche degli uffici comunali, allo stato attuale sull’isola almeno 13.500 appartamenti sono sorti senza che venisse rilasciata alcuna licenza edilizia. Un dato molto allarmante, se si pensa che il totale dei vani presenti ad Ischia è nell’ordine di circa 90mila abitazioni. Una relazione di Legambiente indicherebbe proprio i comuni di Forio e Casamicciola come quelli più interessati dall’abusivismo (contano rispettivamente 8.530 e 3.506 istanze di condono). Le dimensioni degli immobili realizzati senza permesso andrebbero dai 60 ai 120 metri quadrati.

Fonte foto: Ansa

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