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Irene Pivetti accusata di evasione fiscale, ex presidente della Camera rischia la condanna a 4 anni di carcere

Irene Pivetti è stata accusata di evasione fiscale. Rischia una condanna a 4 anni di carcere. I guai giudiziari

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

L’ex presidente della Camera Irene Pivetti si trova al centro di due gravi inchieste giudiziarie. La Procura di Milano ha chiesto una condanna a 4 anni di reclusione per evasione fiscale e autoriciclaggio in relazione a una serie di operazioni commerciali nel 2016 del valore di circa 10 milioni di euro. Parallelamente, la Procura di Busto Arsizio ha richiesto il rinvio a giudizio per Pivetti e altri indagati per il cosiddetto “caso mascherine”, con accuse che spaziano dalla frode in forniture pubbliche alla bancarotta, appropriazione indebita, riciclaggio e auto-riciclaggio.

Le accuse contro Irene Pivetti

Irene Pivetti è accusata di evasione fiscale e autoriciclaggio per operazioni commerciali legate alla compravendita di tre Ferrari Granturismo nel 2016. Secondo l’accusa, tali operazioni sarebbero servite per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali, con un valore complessivo delle transazioni di circa 10 milioni di euro.

 Irene Pivetti è accusata di evasione fiscale: rischia condanna a 4 anni

Il pubblico ministero Giovanni Tarzia ha richiesto una condanna a 4 anni di reclusione e una multa di 10mila euro per l’ex presidente della Camera, sottolineando la sua mancata collaborazione durante le indagini e in aula.

Le indagini

Pivetti, tramite la sua società Only Italia, avrebbe avuto un ruolo di intermediazione nelle operazioni del Team Racing di Leonardo ‘Leo’ Isolani, un pilota di rally ed ex campione di Gran Turismo. Isolani, con un debito fiscale di 5 milioni di euro, avrebbe utilizzato una finta vendita delle Ferrari al gruppo cinese Daohe per nascondere i beni al fisco, trasferendoli in Spagna con l’intento di venderli successivamente. In realtà, l’unico bene effettivamente ceduto sarebbe stato il logo della Scuderia Isolani, venduto a un prezzo dieci volte superiore a quello di acquisto.

Oltre a Pivetti, il PM ha chiesto condanne per altri tre imputati, inclusi 3 anni di reclusione per Isolani e la moglie Manuela Mascoli, e attenuanti generiche per la figlia Giorgia Giovannelli. La Cassazione aveva già confermato un sequestro di 3,5 milioni di euro nei confronti di Pivetti nel settembre 2022.

Le operazioni Commerciali sospette

Le operazioni commerciali del 2016 coinvolgevano la compravendita di tre Ferrari Granturismo, con un valore complessivo di 10 milioni di euro. Secondo la Procura, queste operazioni sarebbero state utilizzate per riciclare proventi illeciti. Pivetti avrebbe comprato il marchio Isolani-Ferrari per 1,2 milioni di euro e lo avrebbe rivenduto al gruppo cinese Daohe per 10 milioni di euro. Il PM ha evidenziato la “natura simulata dei contratti” e la “plusvalenza realizzata”, accusando Pivetti di aver usato società fittizie come schermo giuridico.

Parallelamente al processo per evasione fiscale e autoriciclaggio, Irene Pivetti è coinvolta nel “caso mascherine”. La Procura di Busto Arsizio ha chiesto il rinvio a giudizio per frode in forniture pubbliche, bancarotta, appropriazione indebita, riciclaggio e auto-riciclaggio. L’accusa riguarda una compravendita di mascherine dalla Cina per un valore complessivo di 35 milioni di euro, durante l’emergenza Covid-19.

Secondo le indagini, sarebbero stati consegnati dispositivi per un valore di 10 milioni di euro, che però sarebbero stati di qualità scadente e con falso marchio CE. Le mascherine, inutilizzabili perché non rispondenti ai criteri minimi imposti dall’Unione Europea e dalla Repubblica popolare cinese, sarebbero state fornite alla Protezione Civile.

Fonte foto: ANSA

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