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Paolo Signorelli si dimette da portavoce del ministro Lollobrigida: la frase sul Governo di Giorgia Meloni

Paolo Signorelli, portavoce del ministro dell'Agricoltura Lollobrigida, ha deciso di dimettersi. La scelta arriva dopo giorni di polemiche per il suo passato

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Paolo Signorelli ha annunciato le sue dimissioni da portavoce del ministro Francesco Lollobrigida oggi, martedì 11 giugno. Negli scorsi giorni era finito al centro delle polemiche per alcune chat che erano trapelate e in cui pronunciava frasi antisemite. Signorelli ha riferito di aver incontrato ieri il ministro e di avergli comunicato la sua decisione, accettata dallo stesso. L’ormai ex portavoce ha spiegato i motivi della sua scelta, soffermandosi anche sugli eventuali imbarazzi per il Governo di Giorgia Meloni.

I motivi delle dimissioni del portavoce di Lollobrigida

Paolo Signorelli ha rassegnato le dimissioni e non è più il portavoce del ministro Lollobrigida.

Come spiegato dal Foglio, si dice comunque distante anni luce dall’antisemitismo, di non riconoscersi in parole stupide, pronunciate con sciocca inconsapevolezza in un’altra fase della sua vita, e negli errori commessi in passato. Oggi è un marito e un padre di tre figli e “ogni anno va a Medjugore”:

“L’ho fatto per me e per la mia famiglia, per non danneggiare il governo. Non voglio fare assolutamente la vittima, ma è giusto per tutti che ora mi faccia da parte”.

Ringraziando Lollobrigida, Meloni e tutte le persone con cui ha lavorato, Signorelli ha voluto prendere le distanze con il suo passato ed evidenziare l’impossibilità di continuare in questo suo ruolo. “Quello era un altro Paolo: sono notizie che parlano di un tempo lontano a cui non faccio riferimento e in cui non mi riconosco in nessun modo. Il passato non si rinnega, anche se si commettono errori. Ma da persona matura non sono più vicino ad ambienti che per tanti motivi ho frequentato”, ha ribadito.

Nei giorni precedenti alle dimissioni, si era autosospeso.

Le chat di Signorelli

Ormai ex portavoce del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, Paolo Signorelli era finito sotto accusa per le conversazioni pubblicate da Repubblica con Fabrizio Piscitelli, conosciuto anche come Diabolik, capo degli ultras della Lazio e ucciso il 7 agosto del 2019.

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Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, con alle spalle l’ormai ex portavoce, Paolo Signorelli

Oltre alla fede per i biancocelesti, i due condividevano nostalgie neofasciste e parlavano di persone legate al mondo della criminalità romana tra cui Elvis Demce, braccio destro di Diabolik, recentemente condannato a diciotto anni di carcere per tentato omicidio.

Chi è Paolo Signorelli

Piscitelli e Signorelli erano venuti a contatto nel 2019, anno a cui risalgono i loro dialoghi: il primo era capo degli Irriducibili, i cui comunicati erano scritti anche dal secondo che lavorava in una radio sportiva romana.

Ex calciatore e nipote di un esponente, suo omonimo, dell’estrema destra, fondatore del centro studi Ordine nuovo, l’ex portavoce ha sottolineato inoltre come si sia trovato di fronte a un abuso poiché le sue chat, penalmente irrilevanti, sono diventate di dominio pubblico.

Tali dialoghi avevano spinto i parlamentati della Commissione Antimafia a chiedere l’apertura di un’indagine su di lui.

Il fastidio del ministro Lollobrigida

Francesco Lollobrigida nelle scorse ore aveva parlato delle dimissioni del suo portavoce, comunicate, secondo il ministro, il 7 giugno scorso.

Versione questa smentita dallo stesso Signorelli che solo oggi ha ufficializzato la sua decisione.

Nelle scorse ore il rappresentante di Fratelli d’Italia era apparso infastidito da una domanda di un giornalista riguardo alla vicenda: “Risolvere il problema all’interno del mio ufficio stampa? Perché cerchi lavoro?“, aveva detto.

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