Paura in Inghilterra, sparatoria a Plymouth: 6 vittime. La situazione
Un uomo ha aperto il fuoco a Plymouth, in Inghilterra, uccidendo alcune persone. Da chiarire la dinamica della sparatoria
Sono sei le vittime di una sparatoria avvenuta a Plymouth, in Inghilterra. Sul luogo sono stati trovati morti tre uomini, incluso il sospettato di aver aperto il fuoco, e due donne. Un’altra donna è morta poco dopo essere stata trasferita in ospedale. Potrebbe esserci anche una bambina tra le vittime potrebbe, come riferisce la Bbc.
La sparatoria ha avuto inizio alle 18 di ieri, quando la polizia è stata chiamata per “un grave incidente con armi da fuoco” nell’area di Keyham. Luke Pollard, membro locale del Parlamento, ha scritto su Facebook: “Sembra ci sia stata una situazione molto seria a Keyham. Ognuno stia al sicuro, dentro casa e segua le indicazioni della polizia. Per piacere, evitate speculazioni e non condividete immagini di nessuna vittima”.
Johnny Mercer, un altro deputato, ha scritto su Twitter: “L’evento non è collegato con il terrorismo, così come non lo è il sospetto autore, in fuga”.
Un testimone, sentito dalla Bbc, ha raccontato: “Ho girato l’angolo e ho urtato un tizio con un fucile. Era tutto vestito di nero“. Un’altra persona che ha assistito alla scena ha aggiunto: “L’uomo ha preso a calci la porta di una casa e ha iniziato a sparare a caso…è scappato dalla casa sparando, mentre correva, e ha continuato a sparare lungo la Royal Navy Avenue”.
Secondo le indagini delle forze dell’ordine, non è chiaro come le vittime e il killer armato siano collegati, così come non sono stati ancora chiariti molti dettagli di ciò che è accaduto nella città di circa 262.000 residenti nella contea inglese del Devon sud-occidentale.
La polizia di Devon ha precisato: “Le indagini continuano”. Intanto il ministro dell’Interno Priti Patel ha scritto su Twitter: “Ho parlato con il commissario capo e ho offerto il mio pieno sostegno. Invito tutti a mantenere la calma, a seguire i consigli della polizia e a permettere ai nostri servizi di emergenza di continuare il loro lavoro”.